Domande/Risposte
Si riportano le domande emerse in sede di incontri nei territori e le relative risposte in merito alla specifica area tematica.
QUESITO presentato dal gruppo di lavoro della Valle di Non (12 aprile 2019 - incontro con la Giunta presso Casa Sebastiano).
Quali prospettive future per quanto riguarda il Piano di Sviluppo Rurale (PSR) anche alla luce delle calamità dell’ottobre 2018?
Verso quali interventi si ritiene verranno indirizzate le risorse?
RISPOSTA a cura del Dipartimento agricoltura, foreste e difesa del territorio e dell Assessorato all'agricoltura, foreste, caccia e pesca.
Il tema è complesso e se non correttamente declinato può ingenerare confusione e false aspettative. Ciò anche alla luce del fatto che le politiche di sviluppo rurale e i danni da calamità trovano risposta con strumenti diversi e distinti. In particolare, gli indennizzi e il recupero dei danni provocati dalla tempesta Vaia stanno trovano riscontro attraverso interventi a carico del bilancio provinciale ristornando le importanti provviste riconosciute al nostro territorio del governo nazionale.
Il programma di sviluppo rurale rappresenta, invece, sempre più anche per la nostra provincia autonoma, lo strumento ordinario e principale di sostegno alle politiche agricole e di sviluppo dei territori rurali.
L'insieme delle misure e delle azioni che compongono il PSR, programmate già a partire dal 2015, hanno trovato nella scorsa legislatura un elevato livello di utilizzo, lasciando agli ultimi due anni di programmazione 2019/2020 ben poche risorse.
Questo aspetto ci pone di fronte ad una prima riflessione relativa all'oramai evidente necessità di mettere in campo strumenti ed approcci integrativi ed integrati, che siano in grado di andare anche oltre il mero e classico contributo e fondo perduto per fornire un ventaglio di aiuti e servizi, anche in termini di semplificazione burocratica dei procedimenti, che consentano alle imprese di mantenere ed accrescere il loro potenziale e, di conseguenza, il loro livello di competitività sui mercati.
Questo, a maggior ragione, in previsione di una fase che, in relazione agli eventi che stanno accompagnando a livello europeo la definizione della prossima programmazione agricola comunitaria, è destinata a caratterizzarsi per una reale e progressiva contrazione delle risorse pubbliche e che, quindi, impone la necessità di stabilire con chiarezza e precisione obiettivi e priorità, in coerenza con una complessiva strategia di settore che guardi al futuro.
La proposta sulla nuova PAC 2021-2027, pur in una fase di transizione e di incertezza, introduce alcune importati novità che ci porteranno a sviluppare necessariamente nuove modalità di accompagnamento e sostegno della nostra agricoltura, anche in relazione alla capacità che come territorio saremo in grado di esprimere nei confronti dello Stato e dell’Unione Europea.
Il compito che ci siamo prefissi in questo inizio di legislatura va proprio in questa direzione, che vorremmo provare a sviluppare dando attuazione ad alcune delle seguenti parole chiave che, in parte, danno continuità ad un percorso già tracciato e, in parte, cercano di introdurre nuovi elementi per traguardare il futuro.
Attenzione ai giovani e al ricambio generazionale non solo intesa nel senso del classico premio di insediamento, in quanto dovranno essere necessariamente sperimentare nuove formule rispetto al contributo a fondo perduto, attraverso, in particolare, un forte orientamento ai processi di crescita imprenditoriale, professionale, di formazione e consulenza tecnica.
Diversificazione, intesa come sinergia tra Agricoltura – Ambiente - Turismo e Cultura, ma anche come flessibilità e capacità delle aziende e delle filiere di adattarsi alle mutevoli situazioni di mercato e produttive, per garantire risultati positivi e prospettive di continuità ai nostri agricoltori.
Capacità di risposta e adattamento ai cambiamenti climatici, con, tra le altre cose, una strategia mirata per l’ulteriore efficientamento nell'utilizzo della risorsa acqua ed il potenziamento degli strumenti di gestione del rischio.
Informatizzazione, digitalizzazione dei processi e semplificazione risultano fondamentali strumenti per poter attuare con successo le nuove misure di competitività.
Successo che passa attraverso altri due temi fondamentali per il futuro della nostra agricoltura e del sistema Trentino: la sostenibilità non solo economica, ma anche ambientale e sociale, riconoscendo il fondamentale ruolo della persona, del contadino come indispensabile strumento di azione e di presidio del territorio e che trova la sua distintività e la sua peculiarità nella capacità di tracciare, riconoscere, certificare e promuovere la qualità delle proprie produzioni, in stretta connessione con lo stesso territorio. Il tutto, a partire da un’attenta lettura delle esigenze che esprimo le comunità e, nello specifico, i diversi portatori di interesse.
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro della Rotaliana (12 aprile 2019 - incontro con la Giunta presso Casa Sebastiano).
Nei mesi scorsi è stato attivato e avviato un progetto che prevede la certificazione di prodotto trentini con il marchio “Qualità trentino”. Inizialmente è stato promosso con forza e stava generando risultati interessanti.
Come di intende proseguire? E quale è l’idea in merito della Giunta provinciale?
RISPOSTA a cura del Dipartimento agricoltura, foreste e difesa del suolo, del Dipartimento artigianato, commercio, promozione sport e turismo, dell' Assessorato all'agricoltura, foreste, caccia e pesca e dell'Assessorato all'artigianato, commercio, promozione, sport e turismo.
Nel programma di legislatura presentato dal Presidente Fugatti in Consiglio provinciale, si parla espressamente del ruolo fondamentale da attribuire alla valorizzazione dei nostri prodotti tipici; si dice esplicitamente “ dobbiamo sceglierli, consumarli, promuoverli”.
Consumare prodotti agricoli di produzione trentina significa, infatti, fornire un contributo per sostenere l’agricoltura trentina e, attraverso di essa, concorrere al mantenimento di equilibri ambientali, economici e sociali, in coerenza con i più moderni principi della sostenibilità.
Segmentazione dell'offerta, packaging, qualità e distintività del prodotto, sono alcune importanti componenti di successo del mercato. Se a questi elementi, in particolare per le produzioni agroalimentari, sommiamo il valore aggiunto del legame al territorio, siamo in grado di offrire ai nostri potenziali clienti non semplici prodotti, ma emozioni, in relazione al valore connesso all'opportunità di vivere ed operare in un contesto territoriale unico, di ineguagliabile bellezza e qualità degli elementi che lo caratterizzano.
Per questo, il Marchio Qualità Trentino (MQT), unitamente agli altri marchi, quali DOP, DOC. IGP, prodotti tradizionali, montagna, ecc., rappresenta uno dei principali strumenti attraverso il quale possiamo valorizzare le nostre produzioni in stretta connessione con il territorio, concorrendo a mantenere adeguati livelli di competitività delle nostre aziende nell'ambito di mercati sempre più globali.
"Qualità Trentino" può e deve essere, quindi, lo strumento attraverso il quale ci “raccontiamo” e, attraverso i nostri prodotti, raccontiamo le emozioni, la qualità ed il valore di essere "Sistema Trentino".
Infatti, il marchio MQT è, in primis, un marchio di qualità, che garantisce il consumatore sulla qualità del prodotto agricolo che sta consumando, sulla base di un processo certificato da enti indipendenti, al quale viene associata la provenienza trentina. In altri termini, il marchio deve costituire, anche per il futuro, l’elemento di forte connessione tra i prodotti agricoli, la loro qualità, storicità e tradizione ed il territorio che li esprime, anch'esso caratterizzato da livelli di qualità molto elevati. Il valore aggiunto che questi processi possono garantire, è, quindi, direttamente proporzionale alla serietà, credibilità e capacità espressa da parte dei produttori, ma più in generale, da parte delle relative filiere produttive e di tutto il sistema territoriale e sociale nel quale essi si collocano.
L’obiettivo prioritario, nell'ambito, in particolare, di una stretta sinergia tra i settori dell’agricoltura e del turismo, è, quindi, quello di proseguire nel percorso di valorizzazione dei prodotti agroalimentari trentini, anche attraverso l’ulteriore valorizzazione e caratterizzazione del Marchio, in particolare rispetto alla provenienza trentina della materia prima utilizzata nell'ambito di processi di lavorazione che si caratterizzano per elevati standard di qualità.
Il tutto, ponendo al centro il consumatore finale e la necessità che lo stesso sia messo nelle condizioni di avere, in modo chiaro, completo e trasparente, tutte le informazioni sull'origine del prodotto agroalimentare che gli viene proposto.
In questo modo, ci si pone l’obiettivo, da un lato, di coinvolgere anche il consumatore nell'ambito di un processo complessivo di assunzione di consapevolezza sui valori, anche territoriali, che un determinato prodotto esprime, ma, dall'altro, anche di responsabilizzare rispetto al ruolo che le attività agricole giocano per la manutenzione e la qualificazione del paesaggio, a beneficio di tutta la collettività trentina.
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro della Valle di Non (12 aprile 2019 - incontro con la Giunta presso Casa Sebastiano).
Che tipo di approccio avrà la Giunta Provinciale nello sviluppo del turismo/attività produttive, in relazione alla tutela dell’ambiente montano, in particolare per quanto concerne nuove infrastrutture e accesso alle stesse con mezzi a motore su strade di montagna?
La Giunta intende privilegiare l’accesso all'ambiente montano mediante percorsi a piedi e quindi rafforzare il ruolo di SAT nella gestione/mantenimento della rete sentieristica trentina, importantissimo mezzo per promuovere la conoscenza, valorizzazione e tutela dell’ambiente montano?
RISPOSTA a cura del Dipartimento artigianato, commercio, promozione sport e turismo e dell'Assessorato all'artigianato, commercio, promozione, sport e turismo.
La Giunta provinciale è orientata alla valorizzazione del territorio trentino e a consolidarne la vocazione turistica e il posizionamento.
Questo passa attraverso azioni volte, in primis, a preservare la qualità del territorio, che rappresenta la base di ogni progetto di sviluppo montano, sia esso turistico che economico. E passa poi da azioni rivolte ad incrementare la competitività e volte a sostenere dinamiche di innovazione per adattarsi all'ambiente e ai bisogni di cittadini e turisti, in evoluzione costante.
Gli interventi a supporto della sostenibilità e della qualità del territorio e della sua offerta passano quindi dal miglioramento della fruibilità della montagna finalizzati a garantire elevanti standard di qualità infrastrutturali e migliorare l’esperienza del turista, mentre prosegue l’opera di ammodernamento della dotazione infrastrutturale del comparto funiviario e delle aree sciabili che vede investimenti in innovazione finalizzati a garantire standard di sicurezza e qualità elevati e per mantenerne la competitività all'interno dell’arco alpino.
Specificatamente, per quel che riguarda le modalità di accesso alla montagna, la Giunta è impegnata in un confronto, imprescindibile, non solo con il territorio trentino ma anche con territori limitrofi, la Provincia di Bolzano e la Regione Veneto. È infatti indiscutibile il dover arrivare ad una decisione condivisa.
La Giunta tuttavia, in questo momento, sta dando priorità ed è fortemente impegnata nel ripristino dei danni alle rete sentieristica derivati dagli eventi calamitosi di ottobre 2018.
L’intervento, complesso e in continua evoluzione, riguarda circa 500 sentieri, su una superficie di 2.000 km di sentieri, a cui si aggiungono i sentieri dedicati alla mountain bike. L’evento calamitoso ha fatto emergere chiaramente ciò che forse prima veniva dato per scontato, ossia l’assoluta importanza che la rete sentieristica riveste per il settore turistico. Da qui, il forte impegno a ripristinare i danni in maniera celere, in modo tale da non compromettere l’offerta turistica del nostro territorio. Gli interventi in corso di definizione e di implementazione sicuramente riguarderanno un periodo di almeno un triennio.
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro della Paganella (12 aprile 2019 - incontro con la Giunta presso Casa Sebastiano).
Il turismo è un asse strategico per l’economia dell’intero territorio provinciale. Il patrimonio ambientale e la capacità di offrire strutture e servizi, divengono pilastri fondamentali per una risposta positiva del mercato turistico, oggi sempre più raffinato ed esigente. La qualità dell’offerta turistica diventa elemento distintivo per il successo di una località, per un territorio.
Il tema della mobilità, sfida ancora aperta, si inserisce a pieno titolo nella vita quotidiana dei cittadini trentini.
Come ci si intende porre rispetto al tema della mobilità turistica e non solo, vista come interconnessione tra centro e periferia, come collegamento tra rete nazionale e quella provinciale, come collegamento fra la rete degli aeroporti e la destinazione turistica?
RISPOSTA a cura del Dipartimento artigianato, commercio, promozione sport e turismo e dell'Assessorato all'artigianato, commercio, promozione, sport e turismo.
La mobilità è un tema molto importante, complesso e strategico, che va considerato e presidiato in tutti i suoi aspetti. Accanto all'aspetto turistico della mobilità infatti, vi sono gli aspetti urbanistici (vivibilità dei territori, razionalizzazione traffico e parcheggi, controllo dei flussi di transito) e quello naturali (rapporto con Patrimonio UNESCO, razionalizzazione traffico, climate change e sostenibilità della tecnologia).
Per quel che riguarda la mobilità turistica, la Giunta è impegnata in una concertazione con le realtà locali ma vi è anche una dimensione internazionale da presidiare, molto più complessa e nella quale si ha a che fare con stakeholder diversi (si pensi al tema del collegamento tra gli aeroporti e la destinazione).
Per quel che riguarda la dimensione più locale, più presidiabile, la Giunta intende gestire la mobilità turistica come prodotto ed esperienza, incentivando la mobilità alternativa attraverso l’utilizzo di impianti, trasporti pubblici, e-bike, etc. La mobilità rappresenta infatti una delle sfide chiave dei prossimi anni, in quanto è collegata direttamente all'esperienza del turista, ai prodotti di riferimento (sci, bike, trekking, etc.) e ad una filosofa di sostenibilità ritenuta fondamentale dalla maggioranza degli stakeholder e dei turisti.
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro della Bassa Valsugana (18 aprile 2019 - incontro con la Giunta presso Forte delle Benne - Comune di Levico).
Il Lagorai è noto per essere un territorio incontaminato di grande pregio ambientale e paesaggistico. Si ritiene strategico “capitalizzare” questa qualità territoriale ai fini di creare opportunità lavorative e uno sviluppo turistico diffuso e integrato con il comparto agricolo e artigianale locale in un contesto di filiera locale.
Quali sono gli intendimenti della Giunta per la sua “valorizzazione”?
Il Lagorai può essere utilizzato come ambito per un progetto pilota di Ospitalità Diffusa che recuperi il patrimonio edilizio montano esistente per poi estendere il modello ad altre aree del Trentino?
RISPOSTA a cura del Dipartimento artigianato, commercio, promozione sport e turismo dell'Assessorato all'artigianato, commercio, promozione, sport e turismo.
Il Lagorai rappresenta un’area di pregio, in cui certamente le logiche di sviluppo turistico devono essere diverse rispetto a quelle adottate in altri territori trentini, e devono essere attentamente tarate per trovare un giusto equilibrio tra sostenibilità/qualità ambientale e attrattività turistica.
La Giunta in questo momento sta approfondendo a 360° il comparto ricettivo e le sue tipologie, al fine di ripensare il quadro normativo in una logica di semplificazione, a beneficio sia della domanda sia dell’offerta con minori vincoli normativi, minore rigidità, minor peso burocratico. Ma anche in una logica di flessibilità, con tipologie di offerta più elastiche ed adattabili a recepire cambiamenti di mercato e una gestione più snella, e una logica di qualità e mercato, per un allineamento con le tendenze e le aspettative del mercato, garantendo la qualità del servizio offerto.
In tal senso siamo sicuri che si riuscirà a trovare una soluzione adatta al territorio in questione, capace di valorizzare l’ambiente e al contempo attirare economia.
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QUESITO presentato in sede di incontro della Valle di Cembra (18 aprile 2019 - incontro con la Giunta presso Forte delle Benne - Comune di Levico).
Alcune zone del Trentino, per le loro caratteristiche territoriali ed economiche, necessitano di una chiave di lettura in termini di sviluppo e promozione turistica che inevitabilmente si deve differenziare da quella utilizzata per le zone sciistiche o a forte vocazione sportiva (es. Lago di Garda, Val Rendena, San Martino di Castrozza...). Tali aree, spesso marginali, come la Val di Cembra, la Vallarsa, la Val dei Mocheni... potrebbero beneficiare di una promozione turistica condivisa, che sappia valorizzare proprio quegli aspetti legati alla presenza di ambienti ancora integri e autentici sia da un punto di vista ambientale che culturale ed etnografico, focalizzandosi su un'offerta di turismo slow e sostenibile.
La Giunta provinciale può ipotizzare una promozione turistica territoriale condivisa per tali territori ripensando l'attuale sistema delle Aziende per il Turismo, non sulla base di aggregazioni o fusioni con territori limitrofi ma piuttosto sulla base di affinità territoriali?
RISPOSTA a cura del Dipartimento artigianato, commercio, promozione sport e turismo dell'Assessorato all'artigianato, commercio, promozione, sport e turismo.
La Giunta provinciale sta approfondendo l’architettura del sistema di marketing turistico-territoriale, sia a livello centrale che d’ambito, con fine di riuscire ad avere un sistema maggiormente sinergico e proattivo.
In questi ultimi anni infatti, nel sistema del turismo e del come fare turismo sono cambiate molte cose. Ci sono state delle vere e proprie rivoluzioni che hanno completamente cambiato le modalità di lavoro dei soggetti deputati al marketing turistico-territoriale. Prima fra tutte la rivoluzione nel comportamento del turista, che oggi sceglie il cosa fare, prima del dove farlo. Cerca esperienze, autentiche, da vivere e condividere. Cerca emozioni. E ciò ha inciso profondamente sul modo di fare marketing, che è passato dall'essere fondato sulla geografia, la montagna, il mare, il lago, a cercare di colpire il lato emozionale delle persone. Per non parlare della rivoluzione legata alla personalizzazione dell’esperienza e alla digitalizzazione.
Il sistema trentino, se dal lato della costruzione dell’offerta e dell’approccio al mercato si è attrezzato per affrontare tali cambiamenti, nella sua costruzione è invece rimasto “statico”, e ciò ha diminuito in parte gli sforzi legati a proposte e situazioni virtuose.
In tal senso, la Giunta, come sopra anticipato, si è posta l’obiettivo di ridefinire il meccanismo di funzionamento del sistema di marketing turistico-territoriale trentino e d’ambito, per quel che riguarda ruoli, dimensioni e rappresentatività degli attori.
A livello territoriale (Aziende per il turismo/Consorzi Pro Loco), la riflessione sulla geografia di tali enti è finalizzata non solo a rafforzare la rappresentatività delle Apt/CpL all'interno dell’ambito e potenziarne il ruolo per diventare regia dello sviluppo locale, ma è finalizzata anche a incrementare le sinergie tra attori su dimensioni orientate al mercato, che possano effettivamente fare radicare la collaborazione tra enti, essendo portatrici di un ritorno economico.
Questo lo si ottiene certamente puntando sulle “affinità territoriali”, che sono affinità per tipologia di prodotto, che si ottengono tuttavia non con aggregazioni amministrative ma incrementando la collaborazione e le sinergie. Non è possibile infatti prescindere dalla dimensione “fisica” del territorio, ridefinire la struttura di tali enti trascurando la dimensione territoriale in senso stretto, anche per questioni legate al meccanismo con il quale è costruito il finanziamento di questi enti, basato in gran parte sull'imposta di soggiorno che viene introitata e restituita ai territori per incrementare la qualità e l’offerta turistica. Ma è certo possibile creare una sorta di sinergia per “best practice”, ovvero esportare il modello di offerta di un territorio su un determinato prodotto in cui è riuscito con tempo ad eccellere, verso altri territori che sono vocati anch'essi su quel determinato prodotto ma che ancora non sono riusciti a costruirlo e promuoverlo in maniera remunerativa. Concentrarsi sulle eccellenze e replicarle laddove ci siano le condizioni per farlo.
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro della Valle di Cembra (18 aprile 2019 - incontro con la Giunta presso Forte delle Benne - Comune di Levico).
L'imprenditorialità in zone marginali e di montagna si scontra inevitabilmente con ostacoli e difficoltà diversi rispetto a contesti cittadini e di pianura. La Giunta provinciale intende ipotizzare degli incentivi specifici rivolti al sostegno di tali attività che spesso rappresentano risorse vitali per i piccoli paesi del Trentino e in particolare può ipotizzare delle deroghe a quei vincoli o limiti legislativi che di fatto ostacolano le attività economiche e produttive che operano in contesti montani?
RISPOSTA a cura del Dipartimento artigianato, commercio, promozione sport e turismo dell'Assessorato all'artigianato, commercio, promozione, sport e turismo.
La Giunta provinciale è fortemente impegnata nel valorizzare la montagna, e questi Stati Generali ne sono l'esempio. E valorizzare la montagna significa anche sostenerne le attività economiche e produttive per evitare il fenomeno dello spopolamento legato alla marginalità.
Questo lo si ottiene mettendo in atto strategie sulla promozione e il sostegno delle attività economiche tipiche delle montagna, con l’integrazione tra turismo, commercio e artigianato, che vede nel territorio l’elemento di raccordo e di unione dei tre comparti. Il fatto di aver riunito tali competenze sotto un unico Assessorato da evidenza di tale volontà.
Parliamo del sostegno ai piccoli negozi di montagna, che consentono il presidio commerciale e sociale di territori periferici e difficili da abitare, con un significativo impatto sulle condizioni e la qualità della vita dei residenti. Parliamo della valorizzazione dei luoghi storici del commercio, dei piccoli borghi, dell’artigianato e delle sue figure, della valorizzazione del marchio Osteria Tipica Trentina, dei pubblici esercizi e della necessità di una revisione normativa coordinata con una parallela revisione della normativa in materia di strutture ricettive, più moderna e funzionale ed in grado di disciplinare fenomeni emergenti.
In questa fase sono al vaglio le politiche e gli strumenti per farlo, non tralasciando il necessari elementi di innovazioni e le potenzialità date dalla tecnologia che possono dare un grande contributo in tal senso.
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro dell’ Alta Valsugana e Bernstol (18 aprile 2019 - incontro con la Giunta presso Forte delle Benne - Comune di Levico).
Il territorio dell’Alta Valsugana e Bernstol, così come gli altri territori del Trentino e in generale dell’arco alpino dovrà, nei prossimi anni, trovarsi pronto a rispondere nel modo più adeguato possibile ai grandi temi posti dalla globalizzazione, in primis agli effetti dei cambiamenti climatici di cui abbiamo già avuto un segnale con la tempesta Vaia del 29 ottobre 2018.
Di fronte a scenari sempre più complessi e interconnessi, i territori di montagna possono però rappresentare un modello e un laboratorio prezioso in cui sperimentare buone pratiche di sviluppo sostenibile in ambito sociale, culturale, economico e anche turistico, potendo contare sul proprio vantaggio competitivo di avere disposizione risorse uniche nel panorama mondiale (dalla natura ai prodotti enogastronomici passando per le tradizioni culturali e le abilità artigiane).
A quest’ultimo proposito, sono indispensabili secondo noi politiche virtuose capaci di preparare questi territori a rispondere efficacemente alle sfide poste dalla necessità di salvaguardare e promuovere il patrimonio naturalistico e culturale della montagna. I cambiamenti climatici impongono di ripensare gli equilibri a favore del sostegno ad un modello che sappia ragionare in termini di filiera corta (produzioni a km 0, prodotti locali e biologici, piccole strutture ricettive e albergo diffuso), di turismo dolce e lento (percorsi tematici, gestione e valorizzazione delle aree protette, sport a basso impatto ambientale come il trekking e le escursioni guidate) e in termini di economia della relazione (saper cioè creare in ogni territorio una rete di soggetti pubblici e privati in grado di valorizzare i propri servizi e prodotti rispettando l’ambiente in cui sono inseriti e favorendo il capitale umano a disposizione).
Chiediamo quindi se la presente Giunta ritenga doveroso iniziare a puntare maggiormente su un turismo slow e a basso impatto ambientale, favorendo in questo modo anche la destagionalizzazione dell’offerta turistica e la fruizione sostenibile anche dei territori marginali del Trentino, oppure se ritiene di perseguire un modello di turismo “di massa” (nuovi impianti di risalita, piste da sci, bacini di innevamento artificiale, fenomeno dei grandi eventi) nonostante i segnali ormai evidenti dell’insostenibilità ambientale, sociale ed in futuro anche economica di tale disegno di sviluppo.
RISPOSTA a cura del Dipartimento artigianato, commercio, promozione sport e turismo dell'Assessorato all'artigianato, commercio, promozione, sport e turismo.
La Giunta, nel definire il modello di sviluppo turistico del Trentino, parte dall'esistente: un territorio di pregio, da preservare e valorizzare, e tutte le politiche future partiranno partire da qui.
Il territorio è infatti un elemento non delocalizzabile e non riproducibile, e quindi fonte di vantaggio competitivo. E se il turismo è un fenomeno glocal, ossia con una dimensione globale per quel che riguarda il rapporto con il mercato e una dimensione locale per quel che riguarda la produzione e l’erogazione dei servizi, investire nel territorio, in servizi, in autenticità, in dotazioni e vocazioni, equivale a rafforzare il vantaggio competitivo e a presentarsi al mercato in maniera vincente.
Quindi le azioni saranno rivolte in primis a preservare la qualità del territorio, che rappresenta la base di ogni progetto di sviluppo montano, sia esso turistico che economico, e poi saranno rivolte ad incrementare la competitività e a sostenere dinamiche di innovazione per adattarsi all'ambiente e ai bisogni di cittadini e turisti, in evoluzione costante.
Detto ciò, ogni singolo territorio trentino ha una sua dinamica di sviluppo e delle sue potenzialità. Certamente la Giunta è impegnata, già da tempo, a favorire l’estensione della stagionalità del prodotto turistico, per rendere il territorio fruibile 365 giorni l’anno, con la consapevolezza comunque che la stagionalità non è la stessa in tutte le zone del Trentino ed esistono differenze molto significative tra i vari ambiti. Per destagionalizzare servono tuttavia almeno due elementi: la presenza di un prodotto e la garanzia di poter usufruire di servizi turistici su tutto l’arco dell’anno. Quanto attualmente proposto non è sufficiente a destagionalizzare il prodotto turistico e a creare una reale sinergia tra i settori, a causa di numerosi vincoli, spesso di natura amministrativa, spesso invece legati a problemi di costi/benefici economici.
Dove si è riusciti a destagionalizzare, lo si è fatto anche grazie alle infrastrutture “di massa” già presenti sul territorio, in particolare gli impianti di risalita, che hanno permesso ad esempio di allungare la stagione del prodotto mountain bike, e che rappresentano anche un elemento legato alla mobilità alternativa.
Va dunque ricercato un equilibrio tra quel che c’è, e non è da demonizzare ma anzi da valorizzare e utilizzare in una nuova chiave, e l’attenzione all'ambiente, che come detto non potrebbe non essere presente.
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro dell’ Alta Valsugana e Bernstol (18 aprile 2019 - incontro con la Giunta presso Forte delle Benne - Comune di Levico).
Lo sviluppo di un territorio non nasce casualmente ma tramite politiche programmatorie che sappiano mettere insieme vocazione storia ed identità. La presenza sul nostro territorio di risorse storiche riconosciute quali le Terme di Levico e Vetriolo e l’Ospedale Villa Rosa di Pergine permettono di porre delle riflessioni sul loro sviluppo anche in dimensione turistica, un turismo legato al benessere ed alla salute che ben si integrerebbe con un territorio di media montagna, l’area della Panarotta per la sua indispensabile valorizzazione anche estiva assieme agli Altipiani della Vigolana e del Pinetano.
Quali strategie pensa l’Amministrazione provinciale di mettere in atto per rispondere a queste esigenze?
RISPOSTA a cura del Dipartimento artigianato, commercio, promozione sport e turismo dell'Assessorato all'artigianato, commercio, promozione, sport e turismo.
Il settore termale in Trentino è un comparto importante per le sue ricadute economiche e turistiche, e come tale va supportato favorendo l’attivazione di alcune misure che facilitino un approccio di sistema.
In tal senso, per favorire la collaborazione e il coordinamento tra le aziende termali trentine, promuovendo lo sviluppo di un'immagine coordinata del settore termale trentino, nell'ottobre 2018 è stata stipulata una convenzione fra Provincia, l'Associazione Terme del Trentino, Trentino Sviluppo S.p.A. e Trentino Marketing S.r.l. per promuovere progetti specifici nei seguenti ambiti d'intervento: marketing strategico e operativo, incluse strategie di internazionalizzazione, ricerca, formazione e gestione personale, sistemi informativi e di controllo.
La finalità è quella di diversificare l’offerta delle aziende termali allargando in tal modo il bacino di utenza, mantenendo sempre la loro dimensione in primis curativa ma approdando ad una dimensione di benessere a 360°. In tal senso si cercheranno anche di potenziare i collegamenti con il sistema sanitario e con le assicurazioni private.
La strada è stata aperta: ora chiediamo a tutti di fare la propria parte, per la buona riuscita del progetto.
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro Alto garda e Ledro (3 maggio 2019 - incontro con la Giunta presso Casa degli Artisti).
Lo sviluppo del turismo di massa sta comportando un aumento delle presenze e una diminuzione della redditività per invertire questa tendenza, dannosa per l'ambiente e per la qualità di vita dei residenti, bisognerebbe riqualificare l'offerta dell'esistente elevando gli standard dei servizi offerti, evitando nuovi poli attrattivi i quali hanno quale effetto l'ulteriore consumo di suolo e l'aumento del carico antropico. Tali effetti si verificano sia nelle località di montagna sia sul lago di Garda che ha raggiunto livelli di affluenza non più sostenibili. Qualità e quantità sono due unità di misura difficilmente conciliabili.
La Giunta provinciale quali azione intende mettere in campo per arginare il turismo di massa?
RISPOSTA a cura del Dipartimento artigianato, commercio, promozione sport e turismo dell'Assessorato all'artigianato, commercio, promozione, sport e turismo.
La valorizzazione del territorio trentino, che è per sua natura un territorio a elevata vocazione turistica, è un obiettivo centrale all'attenzione della Giunta. Ciò implica, per il policy maker, una serie di valutazioni multidiscliplinari che lo portino a scegliere il livello di fruizione ammissibile del territorio stesso, e, successivamente, a scegliere gli investimenti da realizzare per consentire tale fruizione.
Le scelte da effettuare tuttavia non stanno tanto nel dove porre il limite allo sviluppo, ma nel come farlo. E certamente la qualità del territorio è il punto di partenza per ogni futura considerazione, sia ambientale, che sociale ed economica. Senza di essa, vengono a mancare le basi per qualsiasi progetto di sviluppo futuro.
Conseguentemente, la volontà della Giunta è quella di perseguire qualità e sostenibilità, più che quantità. Tanto più che elevata qualità implica anche maggior competitività e un aumento dei benefici economici degli attori.
La sfida principale che un territorio maturo e affermato dal punto di vista turistico come il Trentino deve affrontare è, dunque, quella di gestire il successo, passando da logiche legate all'attrazione a logiche legate alla gestione.
Certamente tali ragionamenti devono essere contestualizzati all'interno delle diverse aree del Trentino. Per alcune di esse, sono ancora molto validi ragionamenti diversi, che hanno al centro l’attrazione, senza peraltro prescindere dal garantire qualità. Per altre aree più sviluppate invece, come il Garda, è opportuno un cambio di logica.
In tal senso, la Giunta sta definendo e inquadrando le diverse problematiche (ambientali, sociali, legate alla mobilità, alla ricettività, etc), al fine di arrivare a definire azioni che possano trasformare queste criticità in adeguate soluzioni, all'interno dell’obiettivo – chiaro e condiviso, legato alle parole chiave qualità – sostenibilità – competitività.
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro Altipiani Cimbri (10 maggio 2019 - incontro con la Giunta presso Centro Protezione Civile).
1. Burocratizzare e semplificare - Si continua a fare nuove leggi per cercare di semplificare la parte amministrativa delle aziende peccato che continuano a rimanere quelle più vecchie che, non venendo cancellate, rimangono a complicare il lavoro di tutti. Non sarebbe meglio riprendere in mano il tutto e iniziare a cancellare quelle più vecchie invece che di creare sempre nuove cose che alcune volte vanno solo a sommarsi se non addirittura a sovrapporsi alle nuove. Si riuscisse a creare un sistema che contenga tutte le informazioni aggiornate senza dover ogni volta compilare modelli uguali per ogni richiesta magari già inviate ma solamente con diversi modelli?
2. In una comunità come la nostra - montana - il lavoro di salvaguardia del territorio è molto importante sia dal punto di vista di "qualità del territorio" (permette di ridurre le catastrofi ambientali) ma soprattutto dal punto di vista turistico (un prato ben tenuto è sicuramente più qualificante che un campo lasciato andare).Questo lavoro di salvaguardia fatto in un territorio come il nostro non è assolutamente facile come può esserlo in pianura. E così i costi che dobbiamo sostenere per i macchinari che ci permettono di garantire un lavoro di salvaguardia ben fatto sono maggiori. E' possibile pensare a differenziare i fondi, i contributi ed i coefficienti che vengono utilizzati in base al territorio dove si svolgono questi lavori?
RISPOSTA a cura del Dipartimento agricoltura, foreste e difesa del suolo, e dell'Assessorato all'agricoltura, foreste, caccia e pesca.
1. Sicuramente il comparto agricolo, oggetto di azioni diversificate di sostegno economico a riconoscimento del ruolo prezioso svolto su più livelli, è soggetto a norme comunitarie, nazionali e provinciali, con adempimenti che si intrecciano, si sovrappongono e che talvolta risultano di difficile comprensione e comunque complicano la vita delle aziende.
Nel richiamare il disegno di legge da poco approvato dalla Giunta provinciale in materia di semplificazione amministrativa, che ha appena avviato il suo iter istituzionale, si ricorda che già in passato si è cercato di diminuire il peso della burocrazia sugli imprenditori agricoli, in particolar modo sui provvedimenti che riguardano provvidenze provinciali. Un passaggio particolarmente rilevante prevede che tutte le autorizzazioni di cui un imprenditore agricolo è in possesso per la realizzazione di un determinato investimento debbano essere acquisite d'ufficio dalla struttura che ha in capo il procedimento direttamente dagli enti che le hanno rilasciate, senza costringere il beneficiario di aiuti a dover rivolgersi ai vari uffici per farsi rilasciare copia delle autorizzazioni.
Tuttavia, vi è la consapevolezza che c’è ancora molta da strada da fare, a partire dalla semplificazione del quadro normativo di riferimento che, spesso, negli anni è stato oggetto di modifiche puntuali in serie, molto volte non raccordate, che hanno determinato, di fatto, una maggior complessità di lettura e, in molti casi, un appesantimento dei processi e degli adempimenti.
Per questo, la Giunta provinciale, e nello specifico l’Assessorato competente in materia di agricoltura, ha posto tra i propri obiettivi strategici di settore, nell'ambito dell’obiettivo generale di assicurare una significativa semplificazione dei procedimenti amministrativi, il completamento del processo di digitalizzazione del settore agricolo e la revisione organica della legge n. 4/2003.
2. L'attività agricola esercitata nel territorio montano, in particolare quella zootecnica, svolge un preziosissimo ed insostituibile ruolo di mantenimento dell'ambiente e del paesaggio di cui beneficia tutta la comunità, sia dei residenti che dei turisti.
Questo ruolo fondamentale è riconosciuto ormai da più di vent'anni attraverso i premi per lo sfalcio dei prati, per l'attività di alpeggio, per la coltivazione biologica, attraverso l'Indennità compensativa, aiuti erogati con fondi comunitari e provinciali che hanno lo scopo di indennizzare l'agricoltore che si trova ad operare in un territorio che è svantaggiato, sia dal punto di vista climatico, sia dal punto di vista orografico.
Vì è già oggi un riconoscimento per chi svolge la propria attività sopra una certa altitudine, sia in termini di punteggio assegnato per la formazione delle graduatoria delle domande presentate per investimenti aziendali o insediamento di giovani agricoltori, sia in termini di priorità.
Non va però dimenticato che tutto il territorio provinciale, secondo le norme comunitarie, ed in particolare quelle che regolano lo Sviluppo Rurale, è considerato territorio svantaggiato, rispetto ad altri territori, come quelli di pianura, che non hanno i vincoli climatici, orografici e di frammentazione fondiaria, come quello trentino.
Ciò detto, è negli intendimenti della Giunta provinciale, individuare, con il concorso e la partecipazione dei portatori di interesse, ulteriori strumenti e criteri che siano in grado, sia nell'ambito del territorio provinciale, sia nel rapporto con altri territori che non presentano i limiti che caratterizzano un territorio di montagna come il nostro, di far emergere il valore sociale e i benefici di interesse pubblico generale determinati dall'agricoltura di montagna e, coerentemente, di tradurre questo riconoscimento in ricadute positive in termini di sostegno tecnico - finanziario e di agevolazioni e servizi.
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro Altipiani Cimbri (10 maggio 2019 - incontro con la Giunta presso Centro Protezione Civile).
In che modo la Provincia vuole organizzare gli interventi di recupero dopo VAIA, in particolar modo il recupero paesaggistico? La nostra località vive di territorio e abbiamo la necessità di eliminare le ceppaie almeno nelle zone di pregio.
Per l’agricoltura invece nelle zone dove le piante sono ormai rase al suolo sarebbe opportuno il recupero a prato, su questo punto sono a chiedere in che modo la provincia potrebbe facilitare tale pratica?
Sempre a causa del maltempo molti muretti a secco sono stati danneggiati, è un enorme patrimonio così come le laste che non possiamo perdere. C’è in programma un recupero di tali manufatti?
RISPOSTA a cura del Dipartimento agricoltura, foreste e difesa del suolo, e dell'Assessorato all'agricoltura, foreste, caccia e pesca.
Il Piano d’Azione per la gestione degli interventi di esbosco e ricostituzione dei boschi danneggiati dagli eventi eccezionali nei giorni dal 27 al 30 ottobre 2018, approvato con ordinanza n. d.d. 18 gennaio 2019, affronta il tema del ripristino delle aree schiantate al paragrafo 9.
Ove si preveda la ricostituzione a bosco, verrà fatto riferimento a quattro tipologie di intervento, in relazione alle diverse funzioni che possono essere attribuite al bosco stesso.
Tra di esse vi è quella che riguarda i boschi a prevalente funzione paesaggistico-ricreativa.
In tal caso l’intervento è finalizzato a ripristinare la percorribilità di queste aree e dunque “oltre all’esbosco dovrà essere eseguita la sistemazione delle ceppaie sradicate, la loro rimozione e il livellamento eventuale del terreno”.
Il Piano prevede poi espressamente la possibilità di recupero delle aree schiantate a prato e pascolo.
Attualmente sono in fase di definizione, sul piano tecnico e nell'ambito del piano forestale e montano previsto dalla legge provinciale sulle foreste e la protezione della natura L.P. 11/2007, i criteri e le modalità relative, mentre, dal punto di vista giuridico, è stata avviata una modifica della legge forestale volta a semplificare le procedure di autorizzazione alla trasformazione di coltura.
In particolare, con il ddl 18 all'articolo 21 prevede l’introduzione di un’ulteriore significativa semplificazione nelle procedure per le trasformazioni di coltura da bosco ad aree agricole per quelle aree boschive che, non ricadendo in aree ad elevata o media pericolosità, sono state ricomprese in un’apposita cartografia del piano forestale e montano previsto all'articolo 6 della legge provinciale sulle foreste e la protezione della natura. La procedura semplificata contenuta nella novella, già esistente per le trasformazioni di coltura volte a recuperare prati e pascoli su superfici tra 0,5 e 1 ettaro, sarà applicabile anche a quelle trasformazioni di coltura necessarie per bonifiche agrarie fino a 5 ettari di superficie e che non comportano movimenti di terra superiori ad un metro di altezza, se esse sono state ricomprese in una specifica cartografia del piano forestale e montano, essendo quindi stata operata nell'ambito della redazione del piano stesso una valutazione preliminare circa la trasformabilità delle aree.
Per quanto riguarda infine il ripristino dei muretti a secco, si segnala che è in atto un processo di progressiva definizione degli strumenti finanziari a sostegno dell’azione di recupero delle opere e dei manufatti danneggiati dall'evento, che dovrà necessariamente tener conto delle priorità e dunque dell’esigenza di garantire innanzitutto la stabilità del territorio montano e delle infrastrutture poste a servizio delle collettività locali.
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro Alto garda e Ledro (3 maggio 2019 - incontro con la Giunta presso Casa degli Artisti).
Il D.M. del Ministero delle Infrastrutture 29/11/2018 inerente il riparto delle risorse finanziarie per la progettazione e realizzazione della Ciclovia turistica del Garda definisce modalità e tempi per la sottoscrizione del protocollo di intesa PAT – Regioni Lombardia e Veneto che prevede l’elaborazione di un progetto unitario in conformità a precisi standard tecnici definiti da precedenti direttive ministeriali e affida il compito di capofila nello sviluppo dell’opera alla PAT. Visto che alcuni comuni rivieraschi (Limone, Malcesine e Brenzone) hanno proceduto o stanno procedendo alla progettazione/realizzazione della infrastruttura in modo autonomo e senza osservare gli standard tecnici prescritti per le ciclo-vie turistiche, si interroga la Giunta per sapere come intende esercitare il ruolo di capofila previsto dal protocollo d’intesa e impegnare gli enti esecutori al rispetto dei suddetti standard.
RISPOSTA a cura del Dipartimento Infrastrutture e Trasporti e della Presidenza della Provincia autonoma di Trento.
Si precisa anzitutto che la progettazione del tratto di ciclovia di Limone è antecedente alla Finanziaria 2016 con la quale si istituiva il sistema di Ciclovie Nazionali su cui, ovviamente, la Provincia non aveva alcun potere di coordinamento.
Relativamente all'attuale situazione ratificata dall'inserimento nel 2017 della Ciclovia del Garda nel Sistema di Ciclovie Turistiche Nazionali, la Provincia in qualità di Capofila delle Regioni territorialmente interessate dall'infrastruttura, oltre che gestire amministrativamente i rapporti con lo Stato, d’intesa con le Regioni Lombardia e Veneto, svolge anche le funzioni di coordinamento tecnico finalizzate alla redazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica richiesto dal recente Decreto Interministeriale di Ripartizione n. 517 dd. 28.11.2018 pubblicato sulla GU in data 22.01.2019.
Per completezza di informazione, si evidenzia che la Provincia in relazione alle citate funzioni di coordinamento, ad oggi ha provveduto a:
- consentire la sottoscrizione del Protocollo d’intesa fra lo Stato Provincia di Trento e Regioni Lombardia e Veneto in data 09/08/2017;
- guidare la redazione del Documento di Fattibilità per la consegna al Ministero delle Infrastrutture dei Trasporti in data 07/11/2017 e 22/11/2017, ossia nei termini previsti dal Protocollo;
- approvare in data 24/11/2017 con DGP n. 2008/17 il disciplinare all'accordo di programma di data 19 settembre 2017 che stanzia 3,0 mln € per la Ciclovia;
- tenere i contatti con la 3^ Commissione Tecnico Infrastrutture, Mobilità e Governo del Territorio della Conferenza delle Regioni e Province autonome per arrivare all'approvazione, in data 22/01/2019 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale n.18 il Decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del 29 novembre 2018 contenente il piano di riparto 2017-2019 il cui totale delle risorse destinate alla Ciclovia del Garda ammonta a 16.622.512,40 €.
Per il prosieguo, la Provincia d’intesa con Lombardia e Veneto, provvederà a progettare un tracciato di caratteristiche quanto più possibile unitarie, compatibilmente con il contesto d’inserimento, nel rispetto del sopra citato DIM n. 517/18 dd. 28.11.2018, del DM 557/99 e, necessariamente del Codice della Strada, mentre non rileva, a tali fini, la Legge 11.01.2018 n. 2.
Per tali attività, è stato costituito il tavolo tecnico composto da tecnici della PAT, Veneto e Lombardia, tra i cui compiti vi è anche quello di individuare i tratti di ciclovia esistenti, in fase di progettazione e in fase di esecuzione, per poter intervenire ed assolvere alle funzioni di coordinamento finalizzate al rispetto degli standard tecnici.
Il tavolo tecnico si è già riunito due volte (marzo e aprile 2019).
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro del Primiero (17 maggio 2019 - incontro con la Giunta presso Palazzo delle Miniere).
Premessa
• Dal report dei vari incontri emerge l’immagine di una Comunità molto radicata sul territorio inteso come luogo fisico ma anche come stile di vita legato ad agricoltura/allevamento, boschi, turismo.
• Emergono però anche la richiesta di servizi al cittadino che siano in linea con le opportunità offerte dalla più moderna tecnologia e con gli standard dei territori più sviluppati, la richiesta di lavoro di qualità e professioni di alto livello.
• Emerge, infine, a più riprese e con chiarezza il fatto che il “lavoro” è il fattore chiave per garantire l’esistenza di una comunità residente intesa come fondamentale per assicurare la cura del territorio e contrastarne l’abbandono, ma anche la consapevolezza che per creare lavoro il turismo sia risorsa primaria, aprendoci verso l’esterno generando sviluppo ed arricchimento economico e culturale.
• I numeri rilevabili nelle statistiche della Provincia autonoma di Trento e del credito cooperativo, ci dicono che il calo delle presenze turistiche, in particolare in Primiero, ha comportato negli anni un perdurante, importante calo nel reddito e nei posti di lavoro, non solo legati al turismo stesso, ma anche all'indotto (es. artigiani o piccole imprese edili soggette, per dimensione, alle realtà locali: le ristrutturazioni alberghiere non trovano sul nostro territorio più possibilità di sopravvivenza!!)
• Per chiunque voglia intraprendere un’attività, in Primiero, alle difficoltà burocratiche provinciali e locali, si aggiunge la difficile convivenza con le aree protette.
Le aree protette tendono ormai ad annullare la differenza tra aree integrali (un tempo riserva A) e aree urbanizzate (riserva C) quali quelle sciabili. Questa situazione genera sempre più spesso incertezze su quanto si può o non si può fare.
Il quesito si può formulare, complessivamente, come segue:
Emerge la necessità di integrazione tra la visione di un turismo green, legato alla fruizione pura della natura ed il turismo più tradizionale - che non definiremo né vecchio, né nostalgico, legato allo sci. Non tanto la convivenza, quanto l’integrazione (senz’altro possibile) tra queste due tipologie di turismo (molto meno distanti di quanto possa sembrare a prima vista) ci sembra oggi la sfida. Il turismo chiede investimenti infrastrutturali e non solo e chiede imprenditori (anche e soprattutto privati) disposti ad investire danaro, idee, passione. È quindi necessario che chi vuole investire sia messo nelle condizioni di farlo: la chiarezza su quanto si vuole e può fare è oggi fondamentale, pena lo scoraggiare gli investimenti.
Nella discussione di questi temi, che riguardano il futuro della valle e della sua popolazione ci pare importante considerare anche i numeri: numeri sostenibili per l’occupazione e la redditività (bisogna avere il coraggio di usare questo termine, altrimenti il reddito diventa assistenziale...) delle attività economiche. Numeri che però non sono sinonimo di villaggi turistici di massa e mediocre qualità come scritto in uno dei 3 report: Gardena, Badia, Austria… hanno forse questo tipo di turismo? Bisogna avere il coraggio e la volontà di mettersi in gioco.
RISPOSTA a cura del Dipartimento agricoltura, foreste e difesa del suolo, e dell'Assessorato all'agricoltura, foreste, caccia e pesca.
La Giunta provinciale parte da un assunto di base: la valorizzazione del territorio e la tutela della sua qualità. Senza di esso, infatti, non sarebbe possibile parlare né di economia montana né di economia turistica. Quindi tutti gli interventi che saranno realizzati nei prossimi anni saranno orientati a migliorare la fruibilità della montagna, cercando un equilibrio sostenibile tra qualità e peculiarità ambientali e culturali dei territori montani e attrattività turistica, al fine di garantire elevati standard di qualità agli interventi pubblici/privati nel territorio montano.
Equilibrio è la parola chiave che farà da faro nella scelta delle tipologie di interventi da adottare: equilibrio da ricercare tra iniziative/interventi, patrimonio ambientale, posizionamento turistico dell’ambito, tenendo comunque in considerazione le autonome scelte che le Amministrazioni comunali possono adottare. Equilibrio tra le dimensioni ambientali e quelle economico-sociali, che vanno tutte egualmente considerate e ponderate.
In tal senso si sta lavorando per definire un quadro comune entro quale muoversi, capace di dare delle linee guida per che potranno costituire a livello locale un utile orientamento nella auto-valutazione delle proposte e a livello provinciale uno strumento per un approccio più omogeneo e coerente.
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro Comun General de Fascia (17 maggio 2019 - incontro con la Giunta presso Palazzo delle Miniere).
Organizzazione turistica
Vista la marcata importanza del comparto turistico per la nostra valle e per la Provincia di Trento e visto il forte cambiamento intervenuto in questo settore negli ultimi anni, si ritiene importante valutare una riorganizzazione del settore turistico; nella fattispecie preme porre l’attenzione sulle competenze e risorse a disposizione delle Apt di zona. Quale quindi il futuro, nell'intenzione di codesta Giunta Provinciale, delle Aziende di Promozione Turistica?
RISPOSTA a cura del Dipartimento agricoltura, foreste e difesa del suolo, e dell'Assessorato all'agricoltura, foreste, caccia e pesca.
Come già indicato nella risposta al quesito presentato dal territorio della Valle di Cembra in occasione dell’incontro del 18 aprile 2019 presso Forte delle Benne - Comune di Levico, la Giunta provinciale sta approfondendo l’architettura del sistema di marketing turistico-territoriale, sia a livello centrale che d’ambito, con fine di riuscire ad avere un sistema maggiormente sinergico e proattivo.
Il sistema trentino infatti, se dal lato della costruzione dell’offerta e dell’approccio al mercato si è attrezzato per affrontare i cambiamenti avvenuti in questi ultimi anni che hanno completamente cambiato le modalità di lavoro dei soggetti deputati al marketing turistico-territoriale, nella sua costruzione è invece rimasto “statico”, e ciò ha diminuito in parte gli sforzi legati a proposte e situazioni virtuose.
In tal senso, la Giunta, come sopra anticipato, si è posta l’obiettivo di ridefinire il meccanismo di funzionamento del sistema di marketing turistico-territoriale trentino e d’ambito, per quel che riguarda ruoli, dimensioni e rappresentatività degli attori. A livello territoriale (Aziende per il turismo/Consorzi Pro Loco), la riflessione sulla geografia di tali enti è finalizzata non solo a rafforzare la rappresentatività delle Apt/CpL all'interno dell’ambito e potenziarne il ruolo per diventare regia dello sviluppo locale, ma è finalizzata anche a incrementare le sinergie tra attori su dimensioni orientate al mercato, che possano effettivamente fare radicare la collaborazione tra enti, essendo portatrici di un ritorno economico.
Senza trascurare la dimensione territoriale in senso stretto, da cui non si può prescindere anche per questioni legate al meccanismo con il quale è costruito il finanziamento di questi enti, basato in gran parte sull'imposta di soggiorno che viene introitata e restituita ai territori per incrementare la qualità e l’offerta turistica, l’obiettivo è quello di puntare sulle “affinità territoriali”, che sono affinità per tipologia di prodotto/esperienza, creando una sorta di sinergia per “best practice”, ovvero esportando il modello di offerta di un territorio su un determinato prodotto in cui è riuscito con tempo ad eccellere, verso altri territori che sono vocati anch'essi su quel determinato prodotto ma che ancora non sono riusciti a costruirlo e promuoverlo in maniera remunerativa. Concentrarsi sulle eccellenze e replicarle laddove ci siano le condizioni per farlo.
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro Fiemme (17 maggio 2019 - incontro con la Giunta presso Palazzo delle Miniere)
Emerge sempre di più la tendenza di creare delle sinergie tra il comparto turistico e l'agricoltura, sarebbe fondamentale promuovere a livello provinciale delle politiche incentivanti finalizzate alla valorizzazione dei prodotti locali in una logica di sostenibilità.
RISPOSTA a cura del Dipartimento artigianato, commercio, promozione sport e turismo e dell'Assessorato all'artigianato, commercio, promozione, sport e turismo.
Come già accennato nella riposta ad un precedente quesito presentato dal gruppo di lavoro della Rotaliana in occasione dell’incontro del 12 aprile 2019 presso Casa Sebastiano relativamente al marchio Qualità Trentino, la sinergia tra agricoltura e turismo è di fondamentale importanza e la Giunta intende attribuire un ruolo fondamentale alla valorizzazione dei nostri prodotti tipici.
Consumare prodotti agricoli di produzione trentina significa, infatti, fornire un contributo per sostenere l’agricoltura trentina e, attraverso di essa, concorrere al mantenimento di equilibri ambientali, economici e sociali, in coerenza con i più moderni principi della sostenibilità.
L’obiettivo prioritario nell'ambito di una stretta sinergia tra i settori dell’agricoltura e del turismo è, quindi, quello di proseguire nel percorso di valorizzazione dei prodotti agroalimentari trentini, anche attraverso l’ulteriore valorizzazione e caratterizzazione del Marchio Qualità. Si vuole promuovere un'evoluzione del paniere dei prodotti a Marchio "Qualità Trentino" secondo le direttrici legate alla forte territorialità, alla tradizionalità o all'innovazione delle produzioni, garantendo inoltre la coerenza con i valori identitari riconosciuti al Trentino, quali l'etica e la sostenibilità ambientale e sociale.
In questo modo, ci si pone l’obiettivo di creare consapevolezza sui valori, anche territoriali, che un determinato prodotto esprime e di responsabilizzare rispetto al ruolo che le attività agricole giocano per la manutenzione e la qualificazione del paesaggio, a beneficio di tutta la collettività trentina.
Nel Primiero è operativa la Strada dei formaggi delle Dolomiti che contribuisce a sviluppare un’offerta turistica integrata, attraverso iniziative capaci di avvicinare agricoltura e turismo, per la promozione di un turismo enogastronomico di qualità.
L’enogastronomia è un ambito che la Giunta provinciale ritiene di valorizzare proprio nell'ambito di una strategia di forte integrazione tra prodotti agricoli e turismo. Attualmente per il Trentino non rappresenta una motivazione di vacanza principale, bensì una motivazione complementare che in alcuni territori assume un carattere marginale.
La notevole presenza e diffusione sul territorio trentino di prodotti di qualità DOP, IGT, di formaggi di malga e di prodotti agroalimentari tradizionali, rappresenta un capitale che va maggiormente promosso e valorizzato, non solo dalla distribuzione ma anche dalle strutture di alloggio/ristorazione che possono svolgere un ruolo di ambasciatori delle nostre produzioni agroalimentari.
Ciò non esime il settore agricolo dal ricercare sempre un miglioramento della qualità dei propri prodotti; qualità intesa non solo in relazione alle caratteristiche organolettiche, ma anche in riferimento ai metodi di produzione ed alle interazioni dei processi produttivi con il territorio e la popolazione ivi presente.
E’ una strada che si è già intrapresa, ma che deve essere consolidata in quanto, soprattutto nelle aree montane, l’integrazione fra il turismo e l’attività agricola rappresenta una condizione essenziale per garantire filiere vitali, economicamente e ambientalmente sostenibili, in grado di assicurare un concorso essenziale alla manutenzione di un territorio e di un paesaggio di qualità.
Per questi motivi, la Giunta provinciale intende dare continuità agli investimenti volti alla valorizzazione dei prodotti locali a filiera corta, anche attraverso il riconoscimento di uno specifico valore aggiunto nell'ambito del Marchio Qualità Trentino.
Questo, anche in relazione al fatto che i prodotti agroalimentari del Trentino di qualità regolamentata da norme europee, nazionali e provinciali, legati al territorio, quali i prodotti a denominazione di origine (DOP e IGP), Qualità Trentino e prodotti che utilizzano l’indicazione facoltativa “prodotto di montagna”, hanno contribuito e possono ulteriormente contribuire, a rafforzare nell'immaginario collettivo il riconoscimento dell’indentità e della qualità territoriale trentina, affiancando i valori ambientali, culturali e paesaggistici e valorizzando il Trentino anche in termini di attrattività.
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro della Val di Sole (24 maggio 2019 - incontro con la Giunta presso La Malghetta).
Nella percezione dei luoghi, le aree coltivate rappresentano il paradigma del paesaggio. Il paesaggio narra la vita di un territorio e produce economia. La bassa redditività delle aziende agricole e la frammentazione delle proprietà sono un grosso problema per la sopravvivenza del settore agricolo montano. Quali strategie mette in campo la Provincia Autonoma di Trento per sostenere l’agricoltura in quota?
E’ possibile nel “Piano di sviluppo rurale” creare una corsia preferenziale per le aziende che operano in situazioni marginali d’alta montagna?
RISPOSTA a cura del Dipartimento agricoltura, foreste e difesa del territorio e dell Assessorato all'agricoltura, foreste, caccia e pesca.
L'attività agricola svolta oltre una certa altitudine è indissolubilmente legata all'attività zootecnica ed assume, tra le altre cose, un ruolo fondamentale nel mantenimento del territorio, del paesaggio e degli equilibri ecologici. Solo se riusciremo a creare le condizioni affinché, anche nel futuro, le attività tradizionali legate alla montagna possano continuare a garantire reddito per le imprese, condizioni di vita adeguate per gli imprenditori e per le loro famiglie e ricadute positive a favore della collettività, il nostro territorio di montagna potrà garantire quei livelli di qualità che oggi costituiscono un elemento di valore aggiunto per l’intero sistema Trentino.
Anche per questi motivi, la Provincia pone particolare attenzione a questa preziosa attività destinando buona parte dei premi a superficie, che costituiscono la parte più sostanziosa del Piano di Sviluppo Rurale, proprio a questo settore agricolo (premio per lo sfalcio dei prati, premio per l'alpeggio, premio per le razze in via di estinzione, indennità compensativa, ecc).
Inoltre, sulle operazioni che riguardano gli investimenti delle aziende e l'insediamento dei giovani, un punteggio aggiuntivo è assegnato a coloro che hanno un centro aziendale situato sopra un altitudine di 800 mslm, permettendo così alle domande presentate da queste imprese di essere finanziate con una sorta di priorità.
In relazione poi all'estrema frammentazione fondiaria che caratterizza le zone più svantaggiate del territorio provinciale, vengono incentivate tutte le azioni di ricomposizione fondiaria con l'obiettivo di formare appezzamenti produttivi che permettano una remunerazione adeguata a coloro che li coltivano.
Entrando più nello specifico, questa particolare attenzione è dimostrata anche dalle risorse integrative messe a disposizione a totale carico del bilancio provinciale, destinate in particolare alla misura 10 relativa alla sfalcio, con uno stanziamento di 1 milione di euro che permetterà di liquidare il 100% del premio spettante alle aziende zootecniche che hanno presentato domanda nel 2017.
Con particolare riferimento agli investimenti, va sottolineato anche il ruolo svolto da Cooperfidi che supporta le aziende fornendo garanzie nei confronti degli istituti di credito erogatori di prestiti, garanzie che, in molti casi, le imprese non sarebbero altrimenti in grado di assicurare, in particolare nelle aree più marginali.
L'attenzione della Giunta provinciale al comparto zootecnico è testimoniata anche dal forte sostegno assicurato agli enti che operano al servizio della zootecnia ai diversi livelli, per aiutare questo settore ad affrontare le sfide dell’innovazione e del necessario adattamento alle dinamiche di mercato e al fenomeno dei cambiamenti climatici, dalla FEM alla Federazione allevatori, dal Consorzio dei caseifici trentini al Codipra, ai singoli caseifici sociali che raccolgono il latte prodotto nelle vallate più remote.
In conclusione, il ruolo delle aziende agricole di montagna e della zootecnica in particolare è certamente riconosciuto, sostenuto e valorizzato da parte della Provincia autonoma di Trento, ma si ritiene necessario, da un lato, promuovere anche un maggior riconoscimento sociale dei benefici che dallo svolgimento di tali attività derivano per la collettività e, dall'altro, favorire processi di maggior integrazione tra la filiera agricola e, in particolare, quella turistica. Infatti, solo il riconoscimento di valore e la capacità di fare sistema, accompagnati ad un approccio di settore che sappia assicurare ed esprimere livelli sempre più alti di qualità e di sostenibilità, ci consentirà di dare un futuro all'agricoltura di montagna e, attraverso di lei, al paesaggio di qualità che caratterizza il nostro territorio.
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro della Val di Sole (24 maggio 2019 - incontro con la Giunta presso La Malghetta).
La montagna vive se è abitata e dà lavoro. Nella consapevolezza che la programmazione urbanistica è necessaria per pianificare un territorio, in alcune circostanze, la visione settoriale della normativa e la lentezza delle procedure di fatto non consentono una adeguata risposta alle esigenze di sviluppo di una comunità che deve stare sul mercato ed essere competitiva.
Si chiede quali iniziative saranno prese per rendere l’impianto urbanistico maggiormente agile in rapporto ai bisogni di un territorio?
Si chiede altresì quali strategie intende prendere la Giunta provinciale per facilitare e sostenere la permanenza abitativa nei luoghi disagiati?
Inoltre quali iniziative saranno prese per mantenere in sicurezza il territorio e far sì che possa essere abitato nonostante la complessità “idrogeologica” tipica della montagna?
RISPOSTA a cura del Dipartimento Territorio, Ambiente, Energia e cooperazoine e dell'Assessorato all'urbanistica, ambiente e cooperazione con funzioni di Vicepresidente.
L’obiettivo del mantenimento della popolazione in montagna è da sempre parte della programmazione socio-economico e della pianificazione urbanistica provinciale. Il PUP ’67 nasce proprio come strumento di visione e di definizione delle condizioni per consentire lo sviluppo dei territori, compresi quelli vallivi marginali, nell'ottica di migliorare la vita degli abitanti, di evitare l’emigrazione e l’abbandono dei luoghi, di migliorare l’attrattività di un territorio non solo per gli abitanti ma anche per i visitatori.
In questo quadro l’evoluzione della disciplina urbanistica ha portato da ultimo a una decisa semplificazione delle procedure e alla contrazione dei relativi tempi, fermo restando che la competenza in tema di pianificazione urbanistica rimane in capo al comune, come scelta discrezionale e non condizionabile riguardo all'assetto del relativo territorio. E’ peraltro da evidenziare che la legge vigente comprende tra le varianti al PRG non sostanziali, quindi con tempi più veloci di approvazione, quelle finalizzate proprio a dare corso a progetti condivisi tra Amministrazione comunale e soggetti privati come le varianti sorrette da accordi urbanistici o da piani attuativi, quindi da strumenti che prefigurano un preciso assetto del territorio ed esplicitano la concretezza di iniziative di sviluppo e le conseguenti ricadute in termini di interesse pubblico.
Con il recente disegno di legge finalizzato al rilancio dell’economia, abbiamo inserito ulteriori correttivi per ridurre i tempi, in particolare nella ripianificazione delle aree soggette a piani attuativi scaduti. Se quindi gli strumenti ci sono, si tratta di ampliare le conoscenze per un loro più efficace utilizzo, lavorando in termini di formazione di tecnici, amministratori, cittadini.
Proseguire con le politiche di sviluppo e di appartenenza territoriale che, come detto, sono parte sostanziale del governo dell’autonomia, è obiettivo della Provincia come declinato anche nelle Linee guida per il Programma di sviluppo provinciale, approvate recentemente dalla Giunta provinciale per l’avvio del processo di approvazione del PSP. In questo quadro gli interventi di rigenerazione urbana, recupero degli insediamenti storici, valorizzazione e integrazione dei settori economici, qualificazione dei servizi di scala, sono individuati tra le strategie dalle Linee guida per impostare le scelte di sviluppo del territorio in questa Legislatura.
Sotto il profilo della tutela idrogeologica del territorio gli eventi di fine ottobre 2018 ci insegnano che il lavoro di pianificazione, prevenzione e protezione che da sempre connota l’azione di questa Provincia, è fondamentale per garantire stabilità del territorio e sicurezza per i suoi abitanti. L’obiettivo è quello di continuare su questa strada, portando a breve a conclusione il lavoro di adozione della carta di sintesi della pericolosità, quale strumento di conoscenza dei fenomeni di pericolosità e di disciplina degli interventi ammessi in relazione agli stessi pericoli. Siamo consapevoli che è necessario imparare a convivere con i pericoli tipici di un territorio di montagna, fermo restando che la trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio non può prescindere dalla sicurezza delle persone
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro delle Giudicarie (24 maggio 2019 - incontro con la Giunta presso La Malghetta).
Agricoltura, Turismo ed Ambiente rappresentano tre elementi inscindibili per lo sviluppo delle Valli del Trentino ed in particolare delle Giudicarie. L’integrazione tra il Settore agricolo e quello turistico è un obiettivo prioritario tra quelli individuati dal Tavolo di Lavoro “Sviluppo Economico e Coesione Sociale”.
Quali sono le politiche che la Giunta provinciale ha intenzione di attivare per rendere veramente concreta questa opportunità?
RISPOSTA a cura del del Dipartimento Territorio, Ambiente, Energia e cooperazoine, Dipartimento agricoltura, foreste e difesa del territorio e dell'Assessorato all'urbanistica, ambiente e cooperazione con funzioni di Vicepresidente e dell'Assessorato all'agricoltura, foreste, caccia e pesca.
Si esprime forte condivisione da parte della Provincia autonoma di Trento rispetto alle conclusioni a cui è giunto il Tavolo di Lavoro “Sviluppo Economico e Coesione Sociale” del Gruppo Giudicarie. Agricoltura, turismo e ambiente costituiscono tre pilastri fondanti nella strategia complessiva di valorizzazione del territorio trentino e specificatamente delle aree più tipicamente montane.
L’ambiente, o forse meglio il paesaggio, inteso come integrazione tra l’ambiente e l’uomo che nello stesso vive, costituisce un valore fondante sul quale si giocano la qualità della vita, dei residenti e degli ospiti, e la qualità dell’offerta turistica che il Trentino propone sui mercati internazionali. Tuttavia, per garantire nel tempo il mantenimento di un paesaggio di qualità è necessario creare le condizioni affinché le attività tradizionali legate al territorio, selvicoltura e agricoltura in primis – possano mantenere livelli minimi di competitività e, quindi, di redditività per le imprese e di conseguente benessere per le famiglie.
Il turismo, nell'ambito del contesto provinciale, rappresenta il settore fondamentale per l’efficace valorizzazione sia delle peculiarità e delle eccellenze paesaggistico-ambientali, sia dei prodotti agroalimentari assicurati dalle filiere produttive del sistema agricolo trentino. Affinché queste sinergie e queste necessarie correlazioni tra ambiti e filiere possano assicurare nel tempo adeguati livelli di efficacia, è necessario che a tutti i livelli venga messo in campo un approccio orientato alla qualità integrale di prodotto e di processo e alla sostenibilità ambientale, economica e sociale.
In coerenza con questa visione e con questi obiettivi, in estrema sintesi, la Giunta provinciale fin dall'inizio della sua attività ha promosso e praticato un approccio fortemente integrato tra i settori dell’agricoltura, del turismo e del governo del territorio.
Il Marchio “Qualità Trentino” rappresenta, tra i tanti, uno strumento concreto di riconoscibilità e di valorizzazione dei prodotti agroalimentari caratterizzati da una forte connessione territoriale, ma è anche uno strumento distintivo, nell'ambito delle azioni promozionali turistiche, che deve favorire un reciproco riconoscimento tra i settori e una più marcata valorizzazione della trentinità. Allo stesso modo, sempre per citare un altro esempio, l’agritursimo, la cui disciplina la Giunta provinciale sta rivendendo nell'ambito di un processo di partecipazione e di condivisione delle strategie di medio lungo periodo, costituisce analogo strumento di connessione tra le attività e le politiche agricole e le attività e politiche turistiche, a partire, sempre, dall'obiettivo comune di valorizzazione delle produzioni locali, fortemente connesse al territorio e caratterizzate da elevati standard di qualità e di sostenibilità.
In conclusione, la Provincia continuerà ad investire in modo convinto per il perseguimento degli obiettivi in sintesi richiamati, attraverso una serie di strumenti integrati e trasversali ai diversi settori, con l’obiettivo di far emergere e di promuovere un’immagine sostanziale di “Sistema Trentino” in grado di esprimere un’offerta distintiva, unica e fortemente orientata ai valori dell’eccellenza.
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro Altipiani Cimbri (10 maggio 2019 - incontro con la Giunta presso Centro protezione civile).
Per quanto mi riguarda il tema principale è la prospettiva di sviluppo economico dell’Altopiano. La nostra è una condizione di emergenza unica nel panorama Provinciale, invecchiamento, spopolamento con il rischio di estinzione per le nostre frazioni. La Giunta Provinciale ritiene che il nostro Altipiano abbia necessità di un piano straordinario di sviluppo economico? Un piano che aumenti l’occupazione stabile e sia attrattivo per aumentare la popolazione residente.
L’attuale economia basata sul turismo stagionale cosi come organizzato non è sufficiente a garantire prospettiva di sviluppo. La Giunta Provinciale ritiene di proporre e incentivare un progetto integrato di nuovo sviluppo turistico integrato con altre attività nella green economy, innovative ecc.. che possano generare occupazione stabile e mantenere in vita il tessuto sociale sull'Altopiano?
La Giunta Provinciale ritiene che la mobilità sia un elemento fondamentale per sviluppo di una piccola Comunità come gli Altipiani ?
Per permettere un veloce e sicuro pendolarismo con il fondovalle la Giunta Provinciale ritiene di intervenire sulla SS350 e sulla SS349?
La Giunta Provinciale come valuta il progetto di collegamento funiviario con la Valsugana nell'ottica di sviluppo turistico e di interscambio con la ferrovia?
RISPOSTA a cura del Dipartimento artigianato, commercio, promozione sport e turismo e dell'Assessorato all'artigianato, commercio, promozione, sport e turismo.
La Giunta provinciale e questi Stati Generali delle Montagna ne sono un chiaro esempio, è fortemente orientata a mettere in atto strategie per promuovere e sostenere le attività economiche tipiche dei territori di montagna, per evitare il fenomeno dello spopolamento legato alla marginalità. E le modalità con cui intende sostenerle sono legate alla ricerca di un’integrazione tra i diversi settori economici, che ha nel territorio l’elemento di raccordo e di unione.
Inoltre, sono in fase di studio strategie innovative capaci di rispondere ed adattarsi all'ambiente, in evoluzione costante, valorizzando al contempo i fattori di identità locali. In particolare, si vuole favorire la caratterizzazione della proposta turistica del Trentino quale destinazione di vacanza innovativa ed ad alto contenuto tecnologico, rendendo la montagna più smart per i cittadini, siano essi abitanti e i turisti.
Ma tale ricerca di innovazione è e sarà portata anche all'interno degli altri settori, e si cercheranno di far emergere aspetti finora poco considerati. Si pensi ad esempio al ruolo dello sport come volano dell’economia (sport economy), finora sempre maggiormente considerato nei suoi aspetti sociali o legati agli eventi turistici.
Relativamente alla questione legata ai collegamenti funiviari e alla mobilità, la Giunta è impegnata da un lato a proseguire l’opera di ammodernamento della dotazione infrastrutturale del comparto funiviario e delle aree sciabili, e dall'altro a valorizzare, all'interno del più ampio rapporto tra mobilità e sostenibilità comprensivo di aspetti urbanistici, naturali e turistici, la mobilità alternativa come uno degli elementi qualificanti l’esperienza turistica.
Per ogni opera da realizzare, sono e saranno attentamente valutati gli aspetti di sostenibilità economico-finanziaria dell’investimento. Affermare allo stato attuale come la Giunta valuti un collegamento funiviario con la Valsugana è impossibile, a fronte del fatto che non c’è alcuno progetto concreto che porti in sé un accurato studio di fattibilità.
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro Altipiani Cimbri (10 maggio 2019 - incontro con la Giunta presso Centro protezione civile).
Buongiorno Presidente, ho letto le domande che già sono state pubblicate nel sito relative alle quattro aree e i quesiti già posti dalle altre comunità a mio parere già collimano con quanto emerso nei nostri incontri.
Tuttavia per il settore “Paesaggio, Ambiente e Territorio” vorrei porre la seguente domanda.
"I territori delle minoranze linguistiche sono fisiologicamente piccoli e la loro economia è prevalentemente di sussistenza. Un deciso aiuto potrebbe derivare dal settore turistico con i mega trend che si stanno orientando verso la ricerca di luoghi a contatto con la natura.
C’è la necessità però che queste piccole comunità crescano culturalmente e imparino come governare, salvaguardare e promuovere i propri territori così da farli diventare destinazioni turistiche, prodotti ed esperienze turistiche. In che modo e con che strumenti la Provincia potrà aiutare questi territori?
RISPOSTA a cura del Dipartimento artigianato, commercio, promozione sport e turismo e dell'Assessorato all'artigianato, commercio, promozione, sport e turismo.
La politica che la Provincia sta portando avanti nel sostenere i territori da un punto di vista turistico è legata alla ricerca delle caratterizzazioni e delle peculiarità che lo rendono distintivo nei confronti degli competitors. In un contesto globale come quello di oggi, ciò vale indistintamente per tutti i territori, sia per i territori più affermati che per quelli cosiddetti minori, che ancora non sono riusciti a svilupparsi trovando quelle unicità territoriali e riuscendo a trasformale in esperienze da offrire.
ll punto di partenza è dunque la ricerca di quelle tipicità che possano qualificare il territorio, che può avvenire solo attraverso un forte coinvolgimento del territorio e il sostegno degli enti deputati al marketing turistico-territoriale d’ambito.
La logica sovrastante invece è di rete con gli altri territori, al fine di creare una sorta di sinergia per “best practice”, ovvero esportare il modello di offerta di un territorio su un determinato prodotto in cui è riuscito con tempo ad eccellere, verso altri territori che sono vocati anch'essi su quel determinato prodotto.
Per concentrarsi sulle eccellenze e replicarle laddove ci siano le condizioni per farlo serve una regia, ed è ciò che può garantire la Provincia attraverso gli strumenti che ha già a disposizione, a supporto del sistema di marketing-turistico territoriale. Quello da cui non si può prescindere tuttavia è la volontà del territorio stesso di intraprendere una strada di riqualificazione e ridefinizione del proprio posizionamento.
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