Domande/Risposte
Si riportano le domande emerse in sede di incontri nei territori e le relative risposte in merito alla specifica area tematica.
QUESITO presentato dal gruppo di lavoro della Rotaliana (12 aprile 2019 - incontro con la Giunta presso Casa Sebastiano).
Per rilanciare il territorio e aumentare competitività sarebbe importante completare i collegamenti con la fibra ottica già avviati in alcune zone della nostra Provincia.
Qual è la situazione attuale e come si intende procedere?
RISPOSTA a cura del Dipartimento infrastrutture e trasporti e della Presidenza della Provincia autonoma di Trento.
AREE BIANCHE
Il territorio della Piana Rotaliana rientra nell'intervento pubblico per lo sviluppo della Banda Ultra Larga (BUL), per il quale fanno riferimento gli accordi siglati nel luglio 2016 tra la Provincia Autonoma di Trento ed il Ministero dello sviluppo economico (MiSE). L'accordo prevede un investimento complessivo di 72 milioni di euro (47 milioni dal Governo e 25 milioni dalla Provincia, comprensivi dei fondi FEASR). Le risorse sono state allocate per realizzare l'infrastruttura nelle cosiddette Aree Bianche, ossia tutti i comuni ad eccezione di larga parte del territorio dei comuni di Trento, Rovereto, Arco, Riva del Garda e Pergine, dove gli investimenti sono a carico degli operatori privati, in quanto considerate aree profittevoli.
Infratel Italia, società in-house del MiSE, ha pubblicato i bandi di gara a livello nazionale ed ha siglato nel novembre 2017 il contratto di concessione con l’aggiudicatario Open Fiber Spa, società controllata da ENEL e Cassa Depositi e Prestiti con un importo di aggiudicazione di circa 37,7 milioni di euro. In queste aree Open Fiber si impegna a realizzare una copertura dell’84% delle utenze con velocità di oltre 100 Megabit (fibra ottica ai palazzi), del 15% con velocità maggiori di 30 Megabit (tecnologia radio FWA); meno dell’1% delle utenze rimane non coperto.
I fondi risparmiati per i ribassi di gara sono stati destinati agli interventi previsti nella fase successiva, per affrontare gli incentivi alla domanda in forma di vaucher e per la copertura a 100 Megabit nei comuni di Riva del Garda, Arco e Pergine Valsugana (che altrimenti rimarrebbero a 30 Megabit), Open Fiber è partita con le attività ad inizio 2018 e lo scorso anno ha aperto cantieri in 8 Comuni, tra i quali Zambana nella piana rotaliana. Nel frattempo ha completato la progettazione definitiva su tutti i comuni del trentino e, per il corrente anno, ha in programma di aprire cantieri in ulteriori 64 Comuni, tra i quali Mezzolombardo nel mese di maggio e San Michele all'Adige nel mese di settembre.
Appena insediata, la nuova Giunta Provinciale ha preso in mano la situazione, considerato che vi fosse una evidente lentezza nello svolgimento di questo intervento sul territorio. A tale scopo sono stati presi contatti ed effettuati incontri da parte delle strutture provinciali competenti sia con la società Infratel Italia sia con la Concessionaria Open Fiber. Queste interlocuzioni sono servite per sollecitare tutti gli attori coinvolti, anche sul livello nazionale, per una accelerazione degli interventi progettuali in modo da far partire più cantieri possibili, ed al contempo per mettere in atto tutte le azioni necessarie per poter dare seguito con le attivazioni dei servizi nel minor tempo possibile una volta terminata la fase di posa dell’infrastruttura. A tale scopo è stata coinvolta anche la società di sistema Trentino Digitale in quanto buona parte delle infrastrutture già presenti vengono utilizzate da Open Fiber per realizzare i collegamenti verso le utenze private.
Il Comitato di monitoraggio dell’intervento BUL, nel quale partecipa il Dipartimento per le Infrastrutture e la mobilità, Trentino Digitale ed il Consorzio dei Comuni trentini, è a disposizione dei rappresentanti del territorio per rappresentare eventuali proposte e criticità puntuali che si presentino.
FIBRA OTTICA NELLE SCUOLE
Ammonta a 9,74 milioni di euro il finanziamento per attuare il cablaggio di tutte ritenute prioritarie per le scuole primarie e secondarie del Trentino di cui 8,65 milioni di euro, sul Fondo Europeo di Sviluppo Regionale - e poco più di 1 milione di euro su Bilancio PAT. Gli interventi permetteranno di raggiungere gli istituti scolastici trentini dotati di banda pari ad 1 gigabit per secondo, rispettando così gli obiettivi dell'Agenda Digitale Europea. Il progetto permetterà di navigare in banda ultra larga agli studenti (circa 100.000), della scuola primaria, secondaria inferiore e secondaria superiore.
Ad oggi sono collegati 27 istituti scolastici con i cavidotti e 16 di essi con la fibra ottica. Dal 2018 al 2021, saranno collegati alla rete in fibra ottica ulteriori 109 istituti scolastici per complessivi 121 istituti, per i quali sono in appalto tutte e 10 i progetti delle opere civili.
Nella zona “Paganella e Rotaliana” è previsto il collegamento di 5 scuole, delle quali una (Roverè della Luna) è già stata collegata con cavidotto, mentre per le altre è in corso la stipula dei contratti per i collegamenti con cavidotti. I lavori finiranno entro il 2021.
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro della Rotaliana (12 aprile 2019 - incontro con la Giunta presso Casa Sebastiano).
Considerato che altri paesi europei stanno spingendo sul trasporto su rotaia e preso atto che nel nostro territorio siano nella fase del confronto relativa al trasporto gomma e trasporto su rotaia, quale è la posizione della Giunta Provinciale e come si intende procedere in merito?
RISPOSTA a cura del Dipartimento infrastrutture e trasporti e della Presidenza della Provincia autonoma di Trento.
Il tema della mobilità sostenibile nelle regioni alpine, in particolare quelle interessate dal corridoio del Brennero, ruotano di fatto attorno ai seguenti spunti:
A) alla galleria di base del Brennero ed alle potenzialità di "avvicinamento" non solo per le merci ma anche delle persone della Mitteleuropa;
B) alle conseguenti opportunità che dal 2026 in avanti potranno derivare, o meno, ai territori in relazione all' "attrezzaggio" infrastrutturale e non solo che questi si daranno per accogliere milioni di persone dell'area tedesca e del nord, le cui distanze spazio-temporali si accorciano notevolmente (e si collocano all'interno di 4 ore che separeranno anche l'area tedesca più distante dalla Euregio e dalle nostre città principali);
C) al processo che in modo irreversibile coinvolgerà le nostre regioni e alla necessità di tenere conto che, se oggi il "collo di bottiglia" è il tratto per il quale oggi è in corso di realizzazione il tunnel, dal 2026 (salva una determinatissima azione politico-amministrativa euroregionale nazionale e comunitaria) il collo di bottiglia, con pesanti criticità, potrà essere la linea storica in transito a Bolzano Trento Rovereto: se oggi con meno di 100 treni giorno l'area attraversata in ambito urbano a Trento è ricca di criticità e potenziali conflitti socio giuridici -rumore vibrazioni degrado e comitati-, con 400 treni il transito attraverso le città sarà insostenibile, salvo spostare interi quartieri: ecco perché il tema delle tratte di accesso non è secondario, ma essenziale, se si vorrà che il tunnel esplichi le sue piene potenzialità da subito nel trasferimento delle merci dalla strada alla rotaia, che oggi vede il valico con la diversione modale più bassa tra tutti i valichi alpini (meno del 30% delle merci trasportate su ferrovia, 70% su gomma);
D) alla circostanza che le tratte di accesso non risolveranno tutti i problemi perché poi si porrà il tema dello sfruttare le potenzialità dell'accesso alla nostra area da parte dei cittadini tedeschi e del Nord Europa: una volta arrivati qui, come andranno e si sposteranno nelle valli, e come si sposteranno nelle valli i nostri cittadini durante tutto l'anno?
Sorgono da più parti idee e proposte di ferrovie locali (per rimanere in Trentino il Garda, Cembra, Fiemme, Fassa, la ferrovia delle Dolomiti lungo la Valsugana, il prolungamento sino in Svizzera della Trento Malè; in Alto Adige due o più tracciati per arrivare a Cortina):in che misura saranno tutti eleggibili questi progetti ferroviari Interni? si dovrà pervenire ad una selezione o avranno la forza le nostre amministrazioni per realizzare tutte queste ferrovie locali il cui costo per ognuna (si pensi alla ferrovia dell'Avisio) si aggira tra 1,3 e 1,5 miliardi di euro? E ancora, saranno le ferrovie davvero il motore della mobilità sostenibile per le valli per i residenti nel corso di tutto l'anno?
In provincia di Trento sui bus i passeggeri trasportati sono 47 milioni all'anno (intesi come viaggiatori su autobus urbani e corriere extraurbane, queste ultime totalizzanti circa 24 mln dei 47) e i passeggeri trasportati annui sulla ferrovia sono 7,5 milioni: in pratica significa che i passeggeri del servizio bus extraurbano (circa 15 milioni se si guarda ai viaggiatori effettivi, ovvero al netto di una quota fisiologica di tutti i viaggi potenziali dell'abbonamento) sono il doppio dei passeggeri trasportati dalla ferrovia, con una spesa che è molto meno del doppio per il servizio bus, in un contesto di circolazione che, a parte l'asta dell'Adige, vede un territorio e popolazione molto "dispersi".
Analogo è il dato giornaliero dei passeggeri ferroviari, 22.000, che sono circa la metà dei 45.000 passeggeri giorno delle corriere extraurbane.
E in provincia di Bolzano, che vede il numero di passeggeri giornalieri sui servizi trasporto pubblico più elevato rispetto la provincia di Trento, la differenza è data non dalle ferrovie locali, ma dal servizio extraurbano bus cadenzato in tutte le valli.
E) al tema quindi della"sostenibilità", che non può essere solo ambientale ma anche economica (e non solo degli investimenti ma anche gestionale)e al rischio che grandi infrastrutture drenino molte risorse poi non sufficienti per supportare i servizi di mobilità capillare che per periferie estremamente disperse in termini di agglomerati abitativi vede certamente una maggiore efficienza ed efficacia nel servizio extraurbano su gomma, che non andrà quindi demonizzato a favore del servizio ferroviario ma certamente valutato attentamente soppesandone le esternalità negative e positive;
In ultima analisi la delicata decisione su "quale scelta modale" (gomma pubblica, ferrovie, gomma privata? ) all'interno delle diverse modalità sostenibili del trasporto pubblico, non può essere netta ed escludente, specie in un territorio complesso come quello trentino, che non può ragionevolmente non considerare, sia per i residenti che per i turisti, la combinazione di tre pilastri:
- mobilità ferroviaria: per le connessioni con le grandi reti di trasporto con il potenziamento delle stazioni di connessione di Trento e Rovereto, a partire dalla valorizzazione di quelle già esistenti (entro settembre sarà completata la revisione del modello di esercizio della FTM con una velocizzazione generale e semicadenzamento degli orari) e rigorosa "selezione" dei nuovi progetti ferroviari, pena la non sostenibilità finanziaria di tutte le proposte;
- mobilità pubblica su “gomma”: per le connessioni secondarie;
- mobilità privata su “gomma”per l’ultimo miglio (forme innovative di car pooling/servizi a chiamata in aree marginali periferiche).
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro della Rotaliana (12 aprile 2019 - incontro con la Giunta presso Casa Sebastiano).
In questa fase storica si sta assistendo ad un invecchiamento della popolazione e ad un aumento dell’aspettativa di vita delle persone con disabilità rispetto alla loro rete famigliare di sostegno e riferimento. Nei mesi scorsi si è parlato a lungo dello Spazio argento, progetto ora in stand by, e di progetti legati al “durante e dopo di noi”.
Come intende la Giunta provinciale affrontare tali tematiche nell'ottica del supporto alle famiglie?
RISPOSTA a cura del Dipartimento delle politiche sociali e dell' Assessorato alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia.
SPAZIO ARGENTO
Attivare specifici moduli organizzativi territoriali denominati “Spazio Argento” incardinati presso le Comunità con l’obiettivo di favorire la qualità di vita dell’anziano, promuovendo in primo luogo l’invecchiamento attivo, inteso non solo come attività fisica e corretta alimentazione, ma anche come creazione di occasioni di partecipazione attiva alle attività a favore della propria comunità. Spazio Argento è un front office che garantisce ascolto, informazioni, orientamento, presa in carico e monitoraggio per favorire la qualità di vita dell’anziano e della sua famiglia, anche promuovendo risposte innovative. Spazio argento opera in collaborazione con l’Azienda sanitaria e le APSP del territorio e con il supporto dei tavoli di programmazione locali. Spazio Argento svolge una funzione di governo integrata e multidisciplinare del sistema degli interventi socio-assistenziali e socio-sanitari, garantendo, con procedure semplificate, risposte unitarie, integrate e vicine ai bisogni degli anziani e dei loro familiari.
Nell'ambito della disabilità sono attivi i seguenti interventi:
Servizi socio-assistenziali di livello locale (gestiti da Comunità di Valle): centro socio-educativo, centro occupazionale, laboratorio per l’acquisizione dei pre requisiti lavorativi, centro servizi a rete, comunità alloggio, interventi di sostegno a domicilio e Servizio di assistenza a domicilio
Servizi socio-assistenziali di livello provinciale servizio MUOVERSI, Sportello informativo per l’handicap interventi per la rimozione delle barriere e l’adeguamento dei veicoli.
Servizi socio- sanitari: rientrano i centri diurni socio-riabilitativi per disabili ed i centri residenziali tra cui anche CASA Sebastiano.
Provvidenze, sostegni monetari e facilitazioni: misure previste da normative specifiche quali assegni di invalidità, progetto vita indipendente, contributi specifici, indennità, ausili ecc…. Valutati da Commissione APSS ed erogati da APAPI.
Nell'ambito della disabilità il tema del DURANTE E DOPO DI NOI rappresenta un’opportunità da sviluppare, anche nella direzione di favorire le condizioni per l’investimento di risorse private nel progetto complessivo, secondo forme da individuare (trust, fondazione di partecipazione ecc…). Il 13 giugno 2018 è stata approvata la Legge provinciale n.8 che introduce specifiche disposizioni in favore delle persone con disabilità per le situazioni in cui queste possano ancora contare sul sostegno dei familiari (“Durante noi”) e per le situazioni in cui questo sostegno sia venuto meno (“Dopo di noi”). Per le persone con disabilità si prevede la possibilità di attivare percorsi di autonomia, vita indipendente o interdipendente adeguatamente supportata in base alle specifiche esigenze.
La legge provinciale coerentemente con la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità prevede in particolare:
- attivazione degli interventi previsti dalla legge 112/2016 nell'ambito dell’abitare sociale;
- inserimenti di questi interventi in un progetto personalizzato;
- interventi per favorire l’istituzione di trust, vincoli di destinazione e fondi speciali composti di beni sottoposti a vincolo di destinazione;
- iniziative per la sensibilizzazione e formazione;
- azioni rivolte alle famiglie e ai care givers, anche per rafforzare la consapevolezze dell’opportunità che la persona disabile intraprenda percorsi in autonomia.
Per l’attuazione di tale legge sono state stanziate apposite risorse alle Comunità/territori sul triennio 2018, 2019, 2020, pari ad Euro 680.000,00 per ciascuna annualità, a cui si aggiungono Euro 20.000,00 annuali a livello provinciale per azioni di formazione e coinvolgimento degli ordini e delle parti per la definizione e gestione degli strumenti finanziari e patrimoniali.
Il Servizio Politiche Sociali, in collaborazione con il territorio e con il Dipartimento (Ufficio per l’integrazione socio-sanitaria) sono attualmente impegnati a definire i criteri di accesso e di attivazione degli strumenti previsti dalla normativa.
Tra le attività in corso sul tema del DOPO DI NOI rientrano i 4 progetti finanziati mediante le risorse rese disponibili dal Fondo regionale per la famiglia e l’occupazione (noto anche come fondo vitalizi) per un totale di Euro 350.000,00.
QUADRO SERVIZI
Strutture residenziali e semi residenziali di livello locale e provinciale (tot. complessivo):
Strutture di livello locale per Comunità/Territorio:
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro della Bassa Valsugana (18 aprile 2019 - incontro con la Giunta presso Forte delle Benne - Comune di Levico).
I cittadini residenti nelle valli scontano una difficoltà nei collegamenti garantiti dal trasporto pubblico sia da e per il capoluogo, con corse ferroviarie e bus concentrate negli orari di punta (che per esempio costringono gli studenti universitari a programmare il piano di studi escludendo i corsi in orario serale) e con tempi di percorrenza eccessivi, sia per quanto riguarda i collegamenti locali paese-paese, per i quali sarebbe più efficiente un servizio “a chiamata” e importanti soprattutto per la popolazione anziana e per i più giovani. In che modo la Giunta intende intervenire per risolvere queste problematiche?
RISPOSTA a cura del Dipartimento infrastrutture e trasporti e della Presidenza della Provincia autonoma di Trento.
In via generale per quanto riguarda l’offerta di trasporto pubblico sul territorio provinciale, non si può non osservare che i circa 120 milioni di euro in carico alla fiscalità generale rappresentano una quota importante del bilancio pubblico di parte corrente (all'incirca il 5%), e valgono a garantire il trasporto quotidiano di circa 120 mila viaggiatori (corrispondenti ha circa 70 mila cittadini): la Valsugana in questo contesto, rispetto ad altre Valli del territorio, può contare su un'offerta di tutto rilievo tenuto conto che, accanto alla ferrovia che garantisce un orario cadenzato per più di 40 corse giornaliere tra Trento - Borgo e Bassano nelle due direzioni, vi è il servizio extraurbano gomma che, guardando al totale delle corse extraurbane garantite giornalmente in provincia di Trento, vede tra Alta Valsugana e Bassa Valsugana un numero di corse superiore a quello di altre Comunità in termini assoluti, rispetto a qualsiasi altra comunità territoriale diversa dalla Valle dell'Adige (vedasi grafico).
Questo non esime dal proseguire, seppure in un quadro di delicati equilibri economico-finanziari (tenuto conto che a tutt'oggi il grado di copertura da tariffa coperta dagli utenti sulla spesa di trasporto è pari al 14%) in un’operazione di implementazione dei servizi extraurbani di tipo cadenzato analogamente a quanto avviene in territori limitrofi a quello Trentino, come pure vero che proseguiranno gli sforzi di miglioramento del modello di esercizio della ferrovia della Valsugana, anche nella struttura esistente, proseguendo il percorso di velocizzazione partito nello scorso dicembre 2018 (e che vede un incremento delle corse nelle ore di punta per una percentuale pari al 30%, nonché una diminuzione dei tempi di percorrenza di alcuni treni diretti introdotti da un'ora a 45 minuti circa per la copertura della tratta tra Trento e Borgo, con un incremento della velocità media dei treni diretti ed espressi del 25%, ulteriormente all’infittimento dell'offerta nelle ore del mattino per i treni che da Borgo e Pergine conducono a Trento e che sono passati da 5 a 7).
Per quanto riguarda i collegamenti tra paesi non vi è dubbio che si tratta di soluzione da rinvenire per una serie di territori analoghi e che non si prestano ad un'offerta di servizi tradizionale: in questo senso si sta lavorando con il Servizio trasporti all'analisi di modelli non tanto di servizi a chiamata (già sperimentati in altre porzioni del territorio con scarso successo, tenuto conto che in ogni caso la spesa di messa a disposizione del mezzo non varia rispetto a quella di un offerta ad orario fisso, ed a cui si devono aggiungere gli oneri e le difficoltà, non apprezzate da una popolazione debole, di prenotazione, conferma del servizio ed attivazione delle missioni da parte di un software a regolare le chiamate), quanto di forme di sostegno mediante voucher ad utenza debole che possa eventualmente essere beneficiaria di accrediti al trasporto con operatori privati ad un costo marginale (a fronte di una fiscalizzazione della restante parte della spesa del singolo viaggio): naturalmente si tratta di soluzioni per un'utenza particolarmente debole e per servizi di carattere necessitato, che però può rappresentare una risposta importante in particolare per situazione di disagio abitativo la vita ti sparsi sul territorio in nuclei di pochi abitanti o masi.
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro della Bassa Valsugana (18 aprile 2019 - incontro con la Giunta presso Forte delle Benne - Comune di Levico).
La precedente Amministrazione provinciale aveva raggiunto un accordo con la Regione Veneto che prevedeva la realizzazione di una bretella di collegamento non autostradale fra la A31 (Valdastico) e Trento lungo parte della Valsugana. L’accordo comprendeva anche l’elettrificazione della ferrovia della Valsugana nel tratto trentino con spese a carico del concessionario A31. Quali sono le intenzioni della Giunta, con particolare riguardo alla prospettata elettrificazione della linea ferroviaria?
RISPOSTA a cura del Dipartimento infrastrutture e trasporti e della Presidenza della Provincia autonoma di Trento.
Per quanto concerne l’elettrificazione della ferrovia della Valsugana, vi sono alcuni elementi oggettivi che impongono di procedere (naturalmente compatibilmente con le risorse ed i piani che RFI, rete ferroviaria italiana, essendo vero che l'infrastruttura è di proprietà del Ministero del Tesoro e dunque gli oneri ricadono non tanto in capo ai concessionari di autostrade, quanto in capo al proprietario della rete):
- la linea tra Trento e Bassano misura 95, 71 km ed è l'unica che dentro i 470 km complessivi della rete regionale non è elettrificata, rappresentando dunque il 30% del totale (il resto 315 km, è elettrificato o in corso di elettrificazione, vedasi Merano Malles); questo profilo rende bene evidente dunque che dentro una più ampia rete vi è "un'isola" che non colloquia dal punto di vista dei materiali con il resto della rete, e dunque genera impossibilità ad esempio sia di effettuare treni provenienti da Monaco verso Venezia via Valsugana, sia la impossibilità gestionale di fare delle economie di scala utilizzando turni e treni già impiegati sul resto della rete; in tal senso la Valsugana ad oggi continua a necessitare di materiali dedicati di tipo diesel: in particolare i 15 treni Minuetto attuali sono in esercizio del 2005 e dunque nell'arco di pochi anni dovranno essere dismessi in favore di una nuova flotta al costo medio di circa 5 milioni per ogni treno, totale circa 75.000.000,00 di euro di investimento;
- dal punto di vista della gestione corrente, il carburante consumato per il milione di chilometri effettuati ogni anno sulla Valsugana tra Trento e Bassano, nelle poco più che 40 corse giornaliere, comporta una spesa pari a circa 1,5 milioni di euro per gasolio, quando è vero che la Trento Malè, che effettua più o meno gli stessi chilometri della Valsugana, abbisogna di un costo per energia elettrica pari a circa € 500.000,00.
I dati oggettivi dunque depongono a favore dell'elettrificazione, che naturalmente per risultare interessante dovrebbe anche vedere opportune rettifiche di tracciato (anche rilevanti, in particolar modo per quanto riguarda la tratta tra Trento e Pergine).
Si tratta dunque di argomento che andrà senz'altro ripreso con il Ministero, in quanto di carattere sovra-regionale non solo in termini di spesa di investimento.
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro della Bassa Valsugana (18 aprile 2019 - incontro con la Giunta presso Forte delle Benne - Comune di Levico).
Al fine di ridurre il gap tecnologico per cittadini e imprese rispetto alle aree “nere”, il gruppo di lavoro considera prioritario procedere velocemente al completamento della rete a banda ultra larga nelle aree a fallimento di mercato, che annulla di fatto lo svantaggio “geografico” delle aree periferiche della provincia. La Giunta condivide questa priorità?
RISPOSTA a cura del Dipartimento infrastrutture e trasporti e della Presidenza della Provincia autonoma di Trento.
La Giunta provinciale condivide la priorità di procedere con la massima tempestività al completamento del Progetto Banda Ultra Larga.
La realizzazione del Progetto Banda Ultra Larga sul territorio provinciale ha subito un avvio piuttosto lento, dovuto sostanzialmente alla necessità per il concessionario di definire ed approntare le previste convenzioni con gli enti locali, in base allo specifico ordinamento autonomo della Provincia.
Questa Giunta intende ora imprimere una forte accelerazione alla realizzazione del Progetto.
A questo riguardo, nell'ultima seduta di Giunta del 12 aprile scorso, sono stati adottati due provvedimenti riguardanti:
- il rinnovo della composizione del Comitato di coordinamento del Progetto Bul, costituito da rappresentanti di: MISE, Infratel, Provincia autonoma di Trento, Consorzio dei Comuni Trentini, Trentino Digitale;
- l’approvazione della convenzione tra la Provincia autonoma di Trento e Infratel, per definire, nel rispetto delle rispettive competenze istituzionali, i criteri di intervento per la realizzazione dell’Infrastruttura in Banda Ultra Larga sul territorio provinciale, al fine di favorire la riduzione di tempi e costi degli interventi, tutelando il demanio stradale e la sicurezza della circolazione.
L’adozione di questi due provvedimenti consente di proseguire nell'attuazione del Progetto senza ulteriori ritardi.
Nell'ambito del Progetto Banda Ultra Larga risultano ora attivati 8 cantieri in altrettanti comuni; nel corso del 2019, alla luce delle azioni intraprese, è prevista la realizzazione di ulteriori 63 cantieri.
A fine 2019, si prevede già l’attivazione del servizio in alcuni Comuni.
La Provincia, per facilitare il tempestivo proseguimento del Progetto Banda Ultra Larga, oltre al supporto tecnico di Trentino Digitale spa, ha messo a disposizione le risorse del Dipartimento infrastrutture e trasporti, per lo svolgimento delle conferenze di servizi e per le attività di verifica e controllo dello sviluppo temporale delle fasi realizzative.
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro Alto garda e Ledro (3 maggio 2019 - incontro con la Giunta presso Casa degli Artisti).
L'Alto Garda e Ledro negli ultimi anni, anche a causa del turismo mordi e fuggi, è paralizzato dal traffico privato. La mobilità pubblica è gravemente insufficiente.
La Giunta provinciale intende prevedere, almeno nella stagione estiva (aprile - settembre), due collegamenti con bus/navetta che colleghino Arco a Riva e Riva-Torbole, possibilmente in modo gratuito o con card a carico degli albergatori sul modello dell'Alto Adige? Tale accorgimento consentirebbe di limitare in modo significativo il traffico con vantaggio sia per i residenti che per i turisti.
RISPOSTA a cura del Dipartimento infrastrutture e trasporti e della Presidenza della Provincia autonoma di Trento.
In premessa va ricordato che il servizio urbano della Busa è un servizio urbano d’area attivato oramai da qualche anno e che, per rifarsi al 2018, ha una percorrenza di 293.000 km riconosciuti su base annua, per una disavanzo finanziario (tra costi e ricavi tariffari) in carico ai Comuni di Riva Arco e Nago Tobole per 985.000,00 euro su cui la Provincia ha contribuito con 968.000,00 euro.
Il servizio è naturalmente attivo anche durante la stagione turistica (vedasi percorso ed orario allegato 2018 della linea B863 Linea 3 integrata:Bolognano-Arco-RivaTorbole-Nago ).
Da qualche anno poi, a beneficio dei turisti, la Guest card costituisce, accanto al pagamento consueto del titolo di viaggio, un veicolo di promozione ed elemento che arricchisce l'offerta all'ospite, con diversi "prodotti" offerti, ed in particolare la possibilità di circolare su tutti i sistemi di trasporto provinciale.
La Giunta, in pratica, definisce un sistema di limiti all'addebito del costo dei viaggi compiuti dai turisti portatori della card, i quali salgono a bordo gratuitamente come pure gratuitamente ricevono la Guest card dalla struttura ospitante, in modo da creare un sistema virtuoso ed incentivante nei confronti delle APT a diffondere sempre più le card ed a promuoverne l'utilizzo, limiti che si traducono in una riduzione del 30% (sull'importo di costo dei viaggi effettuati) alle medesime APT che distribuiscono la Guest card e poi remunerano i vettori in sede di rendicontazione annua.
Resta evidentemente un profilo di diffusione e comunicazione promozionale di tali servizi, cui possono e devono contribuire anche gli enti territoriali locali e di promozione turistica in primis, se è vero che in altri territori (APT Fassa ad esempio) l’utilizzo del bus estivo è cresciuto dal 2014 al 2017 di quasi il 100% (oltre 200.000 viaggiatori nei mesi di luglio e agosto rispetto ai 120.000 del 2014).
Come pure competerà ai Comuni di sviluppare progetti comuni per rendere ancora più appetibile l’utilizzo del trasporto, a partire da iniziative già attivate la scorsa estate (2018) per il collegamento di Riva Centro con parcheggi di attestamento (tramite la gestione associata del trasporto pubblico urbano dell’Alto Garda, del quale Arco è capofila, è stata attivata sperimentalmente nel periodo estivo e sul Comune di Riva del Garda, una nuova linea denominata “Rivetta” che principalmente collegava il parcheggio di testata in località Baltera con la spiaggia e il lungolago di Riva. Si è trattato di un servizio rivolto soprattutto ai turisti provenienti da fuori città che tramite tale servizio potevano parcheggiare alla Baltera e utilizzare l’autobus per raggiungere la spiaggia e il lungolago; con la finalità di decongestionare tali zone al traffico e dalle automobili. Il servizio è stato gratuito al fine di incentivare il più possibile il suo utilizzo).
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro della Val di Non (12 aprile 2019 - incontro con la Giunta presso Casa Sebastiano).
Quali politiche la Giunta Provinciale intende attivare per favorire il passaggio dal mondo della scuola al mondo del lavoro per i ragazzi con difficoltà (sia persone con disabilità conclamata che persone che soffrono di disturbi specifici dell’apprendimento) il tutto in un’ottica di attenzione sia all'individuo, ma anche alle aziende che svolgono in molti casi un ruolo di promozione, oltre che economica, anche sociale e che troppo spesso in passato sono state lasciate sole?
RISPOSTA a cura del Dipartimento Istruzione e Cultura e dell' Assessore all'istruzione, università e cultura.
La Provincia autonoma di Trento intende investire a favore di una scuola inclusiva, implementando e qualificando le risorse umane e finanziarie a favore e a sostegno di una cultura dell'accoglienza e dell'integrazione della disabilità e di tutte le situazioni di svantaggio, al fine di farne emergere il valore in termini di crescita della solidarietà sociale e del benessere complessivo della comunità trentina.
È importante monitorare dunque con attenzione e costanza gli indici di successo e di crescita formativa dei propri ragazzi e ragazze, avendo cura di saper leggere gli indicatori che possono essere avviso di probabili abbandoni precoci dei percorsi formativi.
Significativo inoltre sarà l’attenzione a promuovere forme d’impresa che mettano al centro il lavoro dei giovani in difficoltà, con la consapevolezza che la crescita e l’impegno quotidiano possono essere fattori di crescita e di miglioramento della propria condizione, grazie alle relazioni che nascono nei luogo di lavoro.
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro della Val di Non (12 aprile 2019 - incontro con la Giunta presso Casa Sebastiano).
Negli ultimi decenni poco è stato fatto per conservare e tramandare la profonda cultura del vivere in montagna che ha sempre contraddistinto la comunità Trentina. Come conseguenza negativa di questa scarsa attenzione vi è un inesorabile allontanamento dei Trentini dal valore dell’identità alpina. Questa difficoltà si combatte a nostro avviso creando un’educazione montana/civica partendo dalla Scuola che deve assumersi il ruolo di educare e formare su tradizione, cultura, rispetto e conoscenza della montagna stessa.
Come pensa la Giunta Provinciale di invertire questa tendenza di allontanamento delle comunità dalla propria identità montana?
RISPOSTA a cura del Dipartimento Istruzione e Cultura e dell' Assessore all'istruzione, università e cultura.
La Legge provinciale sul Sistema educativo di istruzione e formazione del Trentino richiama continuamente, sia tra le finalità e principi generali sia in singoli articoli, il legame tra scuola e territorio. In particolare vengono richiamati i seguenti aspetti:
- la consapevolezza della specialità trentina, la conoscenza della storia locale e delle istituzioni autonomistiche;
- la formazione di giovani capaci di concorrere allo sviluppo sociale ed economico del territorio;
- la cultura della montagna e dei suoi valori, con il coinvolgimento di esperti locali, la pratica di sport vicini alla montagna e l’effettuazione di periodi formativi a diretto contatto con la montagna;
- la dimensione di appartenenza a un territorio che ha nella caratterizzazione morfologica di montagna una caratteristica specifica e distintiva;
- l’educazione ai principi della vita, della legalità e della cittadinanza responsabile, della pace, della solidarietà e della cooperazione anche internazionale, rafforzando nei giovani la dimensione globale della cittadinanza;
- nelle scuole dei comuni mòcheni e cimbro, la cultura e la lingua mòchena o cimbra e la lingua tedesca;
- nelle scuole dei comuni ladini, l’uso e l’insegnamento della lingua ladina.
Tali aspetti permeano dunque l’ordinamento scolastico provinciale e i Piani di studio provinciali (il documento di riferimento per la progettazione didattica delle istituzioni scolastiche della Provincia di Trento) e sono fondanti all'interno delle Linee guida per l’elaborazione dei Piani di studio delle singole istituzioni scolastiche.
Si tratta di tematiche e insegnamenti che sono presenti nelle scuole trentine e fanno ormai parte di esperienze consolidate e diffuse e, tuttavia, il carattere prescrittivo che la norma attribuisce loro suggerisce una riflessione meditata e una proposta strutturata e articolata alle scuole. Si ritiene infatti che queste previsioni possano essere stimolate e indirizzate ulteriormente per garantire che in tutte le realtà scolastiche le rispettive programmazioni didattiche possano acquisire una dimensione più puntuale e più effettiva, al fine di rendere le previsioni normative attuate pienamente.
Per migliorare l’azione didattica educativa si intende inoltre stimolare anche un maggiore raccordo e integrazione tra il sistema scolastico e il sistema culturale, al fine di migliorare la programmazione didattica delle istituzioni culturali specificamente rivolta agli alunni e studenti di ogni ordine e grado. Infatti, gli strumenti culturali assicurano una particolare attenzione alla cultura della montagna e ai suoi valori, come dimensione di trasversalità e di approccio multidisciplinare e multiprospettico, che si collega al territorio trentino e alla sua specificità morfologica e culturale. Misure di consolidamento del capitale sociale (volontariato, reti sociali, biblioteche, associazionismo, etc.) giocano altresì un ruolo cruciale nel rafforzare l’identità, il senso civico e l’appartenenza. Ad esempio, rafforzando la rete del volontariato, consolidando i legami dell’associazionismo con il proprio territorio e stimolando la partecipazione soprattutto dei giovani e contrastando l’invecchiamento della popolazione dei volontari.
In questo modo, è possibile costruire una propria identità che radica il cittadino nel territorio in cui vive, ma che nello stesso tempo valorizza la sua appartenenza all'Italia e all'Europa e che sancisce il suo essere anche cittadino del mondo inteso come dimensione globale.
Promuovere nelle giovani generazioni a partire dalla scuola l’identità territoriale della comunità trentina, approfondendone la storia e le tradizioni. Importante è, inoltre, dare uno sguardo di respiro verso il mondo. Per questo è importante sviluppare competenze, non solo linguistiche, ma anche logiche e matematiche per sviluppare idee e progetti che possano andare oltre i confini nazionali ed europei. Cuore ed ossigeno dal Trentino, sguardo e passo verso il mondo.
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro Altipiani Cimbri (10 maggio 2019 - incontro con la Giunta presso Centro Protezione Civile).
Lo spopolamento, la denatalità e il conseguente invecchiamento della popolazione residente è forse il problema principale delle terre alte. Gli Altipiani Cimbri sono ancor più di altre comunità investiti in prima persona dal fenomeno, la cui principale conseguenza è lo sfaldamento di una rete sociale di vicinanza, che crea situazioni di profonda solitudine e in molti casi di vero disagio. Il sostegno ai nuclei familiari, attraverso il potenziamento dei servizi diretti alla persona in loco, oppure in alternativa, dar modo di accedere agevolmente ai servizi decentrati, permetterebbe alle famiglie di rimanere nei territori di origine – o ad altre famiglie di insediarvisi - diventando a loro volta risorsa nella rete del lavoro di cura e prevenzione del disagio sociale.
La delicatezza e quindi complessità di tale materia, affidata alla Comunità fin dal suo nascere, ha consentito di mantenere un alto grado di omogeneità del suo territorio ed un apprezzabile livello di equità sociale nella sua popolazione, risultato difficilmente ottenibile ove tale gestione fosse affidata ai Comuni, fortemente differenziati dal punto di vista socio-economico tra loro.
Chiediamo quindi a codesta Giunta provinciale se non intenda considerare la specificità dei bisogni del nostro territorio e della nostra popolazione di montagna, incrementando le risorse a disposizione del settore socio-assistenziale in funzione dell’aumentare dei bisogni rilevati, da vedersi come investimento sul futuro della nostra Comunità a sostegno non solo degli anziani, ma delle loro famiglie, dei giovani e delle famiglie di domani.
RISPOSTA a cura del Agenzia provinciale famiglia, natalità e politiche giovanili e dell' Assessorato alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia.
Il piano di legislatura per il sostegno della denatalità – in fase di elaborazione – prevede una serie di misure a sostegno delle famiglie con particolare attenzione ai “comuni marginali” ovvero quelli che, tra il resto, presentano bassi tassi di natalità. Per questi territori sono allo studio indennità a favore delle famiglie con figli maggiorate (in maniera significativa) rispetto ai comuni non marginali.
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro Altipiani Cimbri (10 maggio 2019 - incontro con la Giunta presso Centro Protezione Civile).
Buona sera Assessore, nel ringraziarLa per la disponibilità le do anche io il ben venuto a Luserna e sugli Altipiani, sono Palmerini Davide Presidente della A.P.S.P. Casa Laner di Folgaria, struttura che va a servire il territorio dei tre comuni, Folgaria, Lavarone e Luserna oltre alla Vallagarina, abbiamo 69 posti e numerosi servizi sanitari utili per l’utenza, facendo così evitare numerosi spostamenti nel fondo valle, conta 72 dipendenti in maggior numero donne.
Una struttura all'avanguardia, premiata pochi giorni fa per il Best Performing sulla libertà, il livello più alto e più difficile di mettere in pratica per il personale, siamo una delle strutture con le minori, anzi praticamente assenti contenzioni per gli ospiti nel panorama nazionale.
Sono inoltre componente del CDA di UPIPA quale rappresentate delle strutture della Vallagarina, ente che lei sicuramente conosce, da qui la mia domanda.
Siamo una delle poche comunità di valle, dove è presente una RSA sola, quindi vorrei chiedere a Lei e alla giunta Provinciale, di sfruttare questa opportunità nell'ambito dello spazio argento, per delegarci a sperimentare l’impostazione più positiva possibile per gestire la filiera dei servizi per l’anziano in modo veloce e dinamico.
Siamo un territorio piccolo ma con il maggior tasso di vecchiaia in trentino, abbiamo urgenza d’essere pronti e organizzati per le inevitabili richieste future.
Questo passaggio vi permetterebbe di affrontare le realtà più complesse, dove in una sola Comunità sono presenti 7/8 Rsa con dei dati più reali e già testati.
La ringrazio per l’opportunità.
RISPOSTA a cura del Dipartimento salute e politiche sociali e dell' Assessorato alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia.
Innanzitutto voglio ringraziare il presidente dell’APSP di Folgaria per il lavoro svolto in questi anni. Gli eccellenti risultati raggiunti dalla struttura sono la dimostrazione di un impegno quotidiano sia dei dipendenti che della governance.
Passando alla domanda presentata, colgo con favore la disponibilità espressa dal Presidente dell’APSP di sperimentare in questo territorio una modalità nuova di presa in carico dell’anziano e della sua famiglia tenuto conto che da anni l’Ente collabora attivamente con i servizi sociali della Comunità.
Già ora la normativa provinciale prevede la possibilità per le Comunità, su cui insiste una sola APSP, di delegare alla stessa le funzioni connesse a Spazio Argento.
In questi mesi la sollecitazione che è pervenuta dai territori e che stiamo valutando è quella di pensare a un modello organizzativo che lasci alle comunità maggiore spazio di autonomia organizzativa e gestionale.
Ricordo che questa Legislatura ha tra le sue priorità la messa in atto di strategie per favorire la qualità di vita dell’anziano e della sua famiglia attraverso l’ascolto, l’informazione, l’orientamento, lo sviluppo di nuovi servizi innovativi, il rafforzamento l’assistenza domiciliare, assicurando un’adeguata integrazione fra l’assistenza pubblica e le iniziative di volontariato e di privato sociale.
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro Altipiani Cimbri (10 maggio 2019 - incontro con la Giunta presso Centro Protezione Civile).
Rispetto al processo di ascolto avviato dalla Giunta Provinciale all'interno degli Stati Generali della Montagna dove è chiesto, tra il resto, alla comunità lagarina di esprimere la propria visione socio-economica nonché paesaggistico ambientale ed urbanistica del territorio, appare contraddittoria la posizione della stessa Giunta che, in più occasioni, si è dichiarata favorevole alla realizzazione della cosiddetta "Valdastico"; pur riconoscendo alla citata infrastruttura una rilevanza che deve essere valutata a scala sovralocale (provinciale, regionale, interregionale...) si ritene opportuno un confronto sul tema con le amministrazioni ed i cittadini del territorio su cui graverà l'opera, soprattutto in ordine agli aspetti ambientali, urbanistici, socio-economici, viabilistici, etc. , posto che diverse amministrazioni comunali hanno improntato lo sviluppo dei propri territori in un'ottica di salvaguardia degli aspetti ambientali, dei caratteri paesaggistici e di conservazione e valorizzazione delle risorse naturali.
RISPOSTA a cura dell'UMST Grandi Opere e ricostruzione.
Premesso che le soluzioni di mobilità e viabilistiche che emergono dalla passata fase di confronto e di negoziazione interistituzionale prevedono:
- un collegamento infrastrutturale a carattere ordinario, a partire dalla Valle dell’Astico, che interessa l’Alta Valsugana e la Valle dell’Adige;
- l’alleggerimento della S.S. 47 nel tratto laghi-Trento;
- misure volte ad escludere l’incremento del traffico in ingresso nel territorio trentino sulla S.S. 47 a Primolano,
il Presidente Fugatti e la Giunta provinciale hanno più volte sostenuto l’ipotesi alternativa del tracciato autostradale di collegamento con la Valle dell’Astico con sbocco a Rovereto Sud, considerando – oltre agli aspetti della mobilità – le positive ricadute sul tessuto economico di Rovereto e, in generale, della Vallagarina.
In particolare, sia il programma elettorale della coalizione risultata premiata nelle elezioni del 21 ottobre 2018 che le linee programmatiche della nuova Giunta presentate al Consiglio provinciale il 27 novembre 2018, evidenziano chiaramente tra i principali impegni assunti il “sì alla realizzazione della Valdastico (...). L’arteria è fondamentale per il collegamento del Veneto e per ridurre traffico e inquinamento in Valsugana. Lo sbocco dell’arteria sulla A22 andrà elaborato con un Tavolo concertatore tra rappresentanti di categoria, proprietari privati dei terreni ed istituzioni, privilegiando l’uscita a Rovereto Sud”.
In questa direzione, a seguito anche di una serie di confronti informali a carattere politico istituzionale, in data 12 marzo 2019 è stata inoltrata al Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti una nota, a firma congiunta del Presidente della Provincia Autonoma di Trento e della Regione del Veneto.
Parallelamente è stato richiesto al medesimo Ministero di esplorare – in funzione del raggiungimento dell’intesa interistituzionale – tutte le possibili opzioni volte a connettere il Veneto ed il Trentino, esperendo una verifica in ordine alla fattibilità tecnica ed ambientale di un collegamento viabilistico tra la A31 Nord e la A22 con sbocco a Rovereto Sud.
Nell'occasione si sottolineava che tale ipotesi di collegamento, che rielabora alcune ipotesi studiate in passato, in ogni caso implica la definizione e la gestione di un sistema di mobilità nella Valsugana trentina e veneta finalizzato ad un sostanziale alleggerimento dei flussi di traffico – anche tramite l’applicazione di vignette –, alla protezione dei laghi di Caldonazzo e Levico e dalla elettrificazione/potenziamento della tratta ferroviaria Trento-Bassano-Venezia.
A seguito di riunione delle parti con il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti in data 27 marzo 2019, il Presidente della Provincia Autonoma di Trento ha convocato un primo incontro a carattere informativo, segnatamente sotto il profilo metodologico, con i Sindaci dei Comuni dei comuni interessati ad alla valutazione di un possibile nuovo collegamento fra Veneto e il trentino a sud di Rovereto che si è tenuto presso la Provincia in data 9 aprile 2019. In seguito, sempre in data 9 aprile 2019, il Presidente della Provincia autonoma di Trento ha inviato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti una specifica relazione volta a meglio circostanziare la proposta di corridoi su cui studiare il tracciato il nuovo collegamento autostradale alternativo rispetto alle ipotesi già valutate nel 2018 con connessione sulla A22 a Sud di Rovereto.
In questo documento si sottolinea che il tracciato va approfondito in un contesto di sostenibilità ambientale e di sviluppo territoriale nel quadro della strategia generale di mobilità. Si è chiesto quindi di riattivare il Tavolo tecnico interistituzionale fra lo Stato, la Regione del Veneto e la Provincia autonoma di Trento per svolgere gli approfondimenti necessari.
In tali contesto saranno quindi attivati tavoli di approfondimento, con i Sindaci dei Comuni della Vallagarina e dell’altopiano di Folgaria Lavarone, al fine di mantenere costante il flusso informato sull'evoluzione della procedura progettuale nonché per acquisire e approfondire le ricadute sulle tematiche tecniche economiche e ambientali che un’opera di queste dimensioni necessariamente genera sull'intero territori provinciale ma in particolare sulla parte Sud del Trentino.
Infine, si precisa che la redazione delle progettazioni nonché la realizzazione dell’opera è di competenza dello Stato tramite la sua concessionaria A4 e che quindi l’ amministrazione provinciale si pone nella posizione di ottenere dalla realizzazione di quest’opera una forte ricaduta territoriale in terme di sviluppo di aree che necessita di accrescere la loro connessione in termini di mobilità ed economia con i territori limitrofi mantenendo attraverso queste azioni, il più possibile la presenza delle persone sui territori di montagna.
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro del Primiero (17 maggio 2019 - incontro con la Giunta presso Palazzo delle Miniere).
Considerando la distanza del nostro territorio dagli ospedali di zona: Feltre (BL) e Borgo Valsugna (TN) e la vocazione socio sanitaria delle Aziende pubbliche di servizi alla persona, quale spazio di azione è possibile attribuirci come integrazione ai servizi che già espletiamo, per evitare il pendolarismo e assicurare che i nostri territori continuino ad essere abitati e si possa migliorare la qualità di vita dei residenti, come:
- supporto alle guardie mediche (vedi medici delle Apsp),
- supporto alle cure di fine vita con creazione di hospice in zona ( senza dover recarsi Feltre),
- punto di riferimento in caso di calamità per la protezione civile,
- creazione di Nuclei Alzheimer,
in una modalità di lavoro sinergica con la Comunità di Primiero e l’APSP Valle del Vanoi?
RISPOSTA a cura del Dipartimento delle politiche sociali e dell' Assessorato alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia.
Le APSP sono una risorsa fondamentale per il territorio, soprattutto per le zone più decentrate.
Già oggi le APSP “San Giuseppe di Primiero e “Valle del Vanoi” svolgono in questo territorio un servizio prezioso non solo come enti gestori di RSA ma anche come fornitori di una serie di servizi a supporto della domiciliarità in rete con i servizi sociali della comunità e con APSS.
Nello specifico dei punti sollevati:
- supporto guardie mediche (vedi medici delle Apsp): nell'ambito del Primiero l'assistenza sanitaria nelle ore notturne e nei giorni festivi è assicurata dai medici di continuità assistenziale (guardia medica) presenti presso la sede di Primiero San Martino di Castrozza (località Tonadico) ed inoltre, nel periodo estivo e invernale, presso la sede stagionale in località San Martino di Castrozza. I medici di continuità assistenziale sono tenuti ad assicurare le prestazioni non differibili ai residenti, compresi gli ospiti di strutture residenziali (vedi APSP). I dati di attività dei medici nelle sedi interessate, nel periodo novembre 2017-settembre 2018, sono in media n. 5,5 interventi (visite ambulatoriali + visite domiciliari + consulti telefonici) per turno di 12 ore nella sede di Tonadico e n. 2,9 nella sede di San Martino. L'assistenza risulta pertanto garantita e non si rileva la necessità di un ulteriore potenziamento del servizio. Potrà essere oggetto di approfondimento per il futuro l'eventuale collocazione della sede del servizio di continuità presso l'APSP, con ingresso indipendente e fermo restando le caratteristiche del servizio, come disciplinate dall'Accordo collettivo nazionale dei medici di medicina generale. La sperimentazione di modelli assistenziali differenti e comportanti aumenti di spesa, come sembra essere proposto, non risulta al momento accoglibile;
- supporto alle cure di fine vita con creazione di hospice in zona: dal 2015, soprattutto per le zone periferiche, le RSA sono un nodo importante della rete delle cure palliative e garantiscono un percorso di cura e assistenza per i pazienti neoplastici in collaborazione con i medici palliativisti e gli infermieri del Servizio territoriale – Cure Primarie di APSS;
- creazione di Nuclei Alzheimer: c’è già l’impegno della Giunta provinciale a rivedere, entro l’anno, in collaborazione con il tavolo di monitoraggio del Piano demenza, i requisiti strutturali e di funzionamento dei nuclei nonché la loro distribuzione territoriale.
Per quanto riguarda il punto di riferimento in caso di calamità per la protezione civile, il competente Dipartimento ha specificato quanto segue:
• allertamento in caso di emergenza/calamità: il NUE 112;
• punto di riferimento per il soccorso tecnico urgente: i Comandi dei Vigili del fuoco Volontari del Comune interessato dall'emergenza; qualora l'entità dell'emergenza superasse le capacità operative del Corpo, il Comandante si farà carico di attivare altre risorse;
• autorità di protezione civile locale: il Sindaco che dispone, allo scopo, di tutta la Struttura tecnico / amministrativa del Comune. Il Sindaco ha comunque la possibilità, qualora le condizioni lo rendessero necessario, di chiedere l'intervento del sistema di protezione civile provinciale.
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro del Primiero (17 maggio 2019 - incontro con la Giunta presso Palazzo delle Miniere).
Collegamento e accessibilità al capoluogo
Questo aspetto si ritiene rilevante per la nostra valle, ma anche per le valli dell’Avisio in generale, per una serie di ragioni, fra le quali: l’elevata intensità turistica dell’area, la distanza fisica delle vallate dai capoluoghi e da alcuni servizi di base, l’assenza di mezzi di collegamento efficaci e così avanti.
Questo comporta una serie di problematiche che si riflettono sia sulla qualità di vita della popolazione residente sia sulla qualità turistica delle aree.
Dato ciò, si chiede di conoscere quale siano le prospettive e le visioni della Giunta Provinciale per facilitare il collegamento della valle di Fassa e delle valli dell’Avisio al capoluogo provinciale e, più in generale, all’asse del Brennero.
Traffico automobilistico
Il traffico automobilistico all'interno delle valli è ancora la modalità di collegamento più usata da residenti e turisti. Alcune cose sono già state fatte mi riferisco all'esperienza dei skibus, ma il problema è ancora molto evidente.
Sarebbe urgente individuare un modello di trasporto che consenta di limitare l'uso delle automobili e che sia maggiormente sostenibili e migliori l'immagine complessiva dei nostri territori.
RISPOSTA a cura del Dipartimento infrastrutture e trasporti e della Presidenza della Provincia autonoma di Trento.
Sono molti i progetti analizzati in questi ultimi anni per rispondere ai problemi di traffico della Val di Fassa e Fiemme e migliorare la accessibilità interna ed esterna.
Fra i più innovativi vi è senza dubbio quello del BRT - Bus Rapid Transit, ovvero un sistema che dia priorità di passaggio al trasporto pubblico, garantendone la regolarità e la tempestività dei collegamenti.
Si tratta di un progetto fortemente innovativo che prevede corsie riservate e sistemi semaforici di controllo del traffico per preferenziare il mezzo pubblico rispetto a quello privato, a garanzia della regolarità e della velocità del servizio. Così facendo, residenti e turisti troveranno più conveniente privilegiare l’utilizzo dei mezzi pubblici, perché disporranno di un servizio efficiente, flessibile e puntuale. In questo senso va il progetto Bus Rapid Transit, un modo diverso di muoversi in una zona di delicata dal punto di vista ambientale come quella delle valli dell’Avisio.
Nel giorno feriale invernale, sulla sezione della SS.48 tra Predazzo e Canazei, transitano circa 25.000 passeggeri di cui il 2% su trasporto pubblico e il 98% su trasporto privato. Per ottenere un miglioramento del traffico, sarebbe indispensabile aumentare le modalità di trasporto pubblico almeno al 15%. L’esigenza di un potenziamento dell’offerta di trasporto pubblico si manifesta con particolare evidenza nei periodi di massimo afflusso delle stagioni turistiche invernale e, soprattutto, estiva, quando la rete stradale presenta notevoli criticità.
Lo studio sulla scorta degli incoraggianti risultati raggiunti grazie al potenziamento del servizio autobus in Val di Fassa e preso atto dell’urgenza di offrire un’alternativa modale alla domanda prevalente espressa dall'area oggetto di studio e delle sue fluttuazioni, si pone l’obiettivo di valutare una soluzione fattibile in tempi rapidi e con risorse relativamente contenute che garantisca, nel contempo, la possibilità di integrazione o evoluzione in soluzioni più articolate e complesse.
Le aree in cui i centri abitati sono collocati prevalentemente lungo il tracciato della SS.48 costituiscono il contesto ideale per l’operatività un sistema di trasporto pubblico in grado di coniugare regolarità di marcia e capillarità del servizio. La sede riservata al BRT in campo extraurbano, a differenza dei sistemi in sede fissa (LRT - Light Rail Transit ), può essere realizzata in maniera selettiva, in funzione delle perturbazioni di traffico statisticamente rilevanti.
I punti di forza del BRT nelle Valli dell’Avisio:
- costi di investimento contenuti (circa 50 milioni di euro) rispetto a quelli di una ferrovia tradizionale (1,5 mld);
- costo di gestione paragonabili al trasporto su gomma convenzionale;
- rapidità di realizzazione (3 anni per l’intero progetto);
- facilità di inserimento in contesti urbani e possibilità di graduazione dell’infrastrutturazione della sede;
- possibilità di infrastrutturazione progressiva senza pregiudicare lo svolgimento del servizio offerto sull'intera relazione di traffico;
- capillarità dell’accessibilità e assenza di barriere architettoniche;
- accessibilità diretta ai principali poli attrattori di traffico (centri storici, aree commerciali, principali impianti funiviari);
- interscambio «a marciapiede» con le altre linee automobilistiche ordinarie;
- possibilità di integrazione con il futuro potenziamento della rete stradale e/o evoluzione del BRT in Metrotramvia extraurbana.
Si tratta di progetto che sarà oggetto di ulteriori approfondimenti nell'ambito di una revisione dei piani di mobilità provinciale.
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro del Primiero (17 maggio 2019 - incontro con la Giunta presso Palazzo delle Miniere).
La pianificazione socio sanitaria ancora oggi è molto centralizzata a livello provinciale. E' evidente che le amministrazioni locali hanno il "polso della situazione" conoscono i problemi e i temi più rilevanti. In una logica si sussidiarietà come è possibile valorizzare il ruolo delle amministrazioni locali nel contesto della pianificazione socio sanitaria?
(modifica della legge 16/2010 - Legge Provinciale sulla tutela della salute)
RISPOSTA a cura del Dipartimento delle politiche sociali e dell' Assessorato alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia.
All’interno della L.P. 16/2010, nel Capo II Funzioni di governo e partecipazione, all’art. 10 sono previsti i Consigli per la salute.
Il Consiglio per la salute è istituito presso ciascuna comunità prevista dalla legge provinciale 16 giugno 2006, n. 3 (Norme in materia di governo dell'autonomia del Trentino), promuove la partecipazione degli enti locali alla definizione e all'attuazione delle politiche per la salute ed è composto dal presidente della comunità o da un suo delegato, che lo presiede, e dai sindaci dei comuni compresi nell'ambito territoriale della medesima.
I commi 2 e 3 del predetto articolo prevedono espressamente che il consiglio verifica le condizioni di salute della popolazione e dell'offerta locale dei servizi sanitari e socio-sanitari, rileva i bisogni della comunità in ordine alla salute e concorre alla promozione di iniziative per il benessere dei cittadini, partecipa alla definizione degli atti di programmazione provinciale, formula proposte per il miglioramento dei servizi.
Si ritiene che il consiglio per la salute assolva alle funzioni di valorizzazione e coinvolgimento delle amministrazioni locali nella pianificazione socio-sanitaria e pertanto non si reputa necessaria una modifica della L.P. 16/2010.
Per quanto attiene poi all'area anziani è noto che la legge di riforma del welfare anziani (Legge provinciale n. 14/2017) ha previsto il trasferimento di compiti e attività in materia socio-sanitaria dalla Provincia alle Comunità ritenendo essenziale un maggior coinvolgimento del territorio nella pianificazione dei servizi.
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro delle Giudicarie (24 maggio 2019 - incontro con la Giunta presso La Malghetta).
Una delle priorità emerse in Giudicarie riguarda i cospicui investimenti nelle infrastrutture a servizio del territorio, con la viabilità in primo piano.
Quali sono le azioni che la Giunta provinciale intende attivare per far fronte a questa problematica che rischia di limitare notevolmente lo sviluppo locale?
Con che tempi e con che risorse?
RISPOSTA a cura del Dipartimento infrastrutture e trasporti e della Presidenza della Provincia autonoma di Trento.
Al fine di rispondere alle richieste oramai continue di un miglioramento della mobilità pubblica nel bacino territoriale delle Giudicarie si è pianificato nel tempo un potenziamento del servizio extraurbano del bacino 2, corrispondente in effetti alle aree interessate dalle linee tra Trento e Tione, tra Trento e Riva del Garda, tra Tione e Baitoni e tra Tione e Madonna di Campiglio - Campo Carlo Magno.
Il progetto prevede:
- un cadenzamento orario della linea 201, 205, 215 e 231 appena citate, con frequenza ogni ora tenuto conto che le aree citate sono oggi servite solo del sistema del trasporto su gomma e non esistono , a differenza di altri bacini, collegamenti ferroviari;
- punto di interscambio principale l’autostazione di Tione, dove arrivano e partono le corse da e per Trento - Madonna di Campiglio e Baitoni.
Sulla tratta Trento Sarche, gli orari delle linee sono stati previsti in modo da garantire una frequenza ogni 30 minuti.
Sì sono quantificati in 822.000 km l'aumento delle percorrenze in ragione d'anno, per la gran parte eseguiti direttamente da Trentino Trasporti.
Il fabbisogno di personale è pari a circa 5 agenti e relativi autobus aggiuntivi sarà oggetto di implementazione aziendale nel corso del 2020, anche considerando che nella primavera/estate di quell'anno arriveranno le forniture di nuovi autobus necessari a garantire il sopracitato potenziamento.
Nel nuovo Documento di Programmazione Settoriale in materia di viabilità, approvato dalla Giunta lo scorso 10 maggio, sono inseriti gli interventi in materia di viabilità contenuti nell'Accordo di Programma con la Comunità delle Giudicarie per 11,2 mln € di cui 6,0 mln € a carico del bilancio della Provincia autonoma di Trento; tra gli interventi da avviare già quest’anno si ricordano la Rotatoria di Madonna di Campiglio e la sistemazione del Ponte Nambrone.
Di recente è stata ultimata la Variante di Pieve di Bono, tra i cui interventi di completamento vi è la rotatoria a Cologna per circa 500.000 € in fase di progettazione e il cui avvio è previsto nel corso del 2020. Sempre per la sicurezza stradale vi è a in programmazione la sistemazione della viabilità nell'abitato di Breguzzo (800.000,00 €, in fase di avvio progettazione), il marciapiede di Roncone (200.000,00 €, in fase di avvio dei lavori) e altri interventi di messa in sicurezza di alcune punti critici della rete viabile.
In tema di connessioni con la confinante Lombardia, nella programmazione vi è il finanziamento al 50% della Variante ex S.S. 237 tratta Vestone - Idro sud per 27,5 mln € in fase di VIA (finanziati al 50% con fondi della Provincia autonoma di Trento e al 50% con Fondi Lombardia), il collegamento con Valvestino per 32,4 mln € in fase di progettazione (di cui Euro 4.000.000,00 finanziati con Fondi Lombardia, Euro 6.000.000,00 finanziati con Fondi della Provincia autonoma di Trento ed Euro 22.400.000,00 finanziati con F.C.C. Fondi Comuni Confinanti).
Infine, è obiettivo della Giunta, procedere alla realizzazione della variante di Pinzolo nel corso della Legislatura, anche mediante una suddivisione del tracciato in unità funzionali, una volta verificatane con i territori la possibilità e rimodulate le risorse finanziarie per consentirne l’avvio.
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QUESITO presentato dal gruppo di lavoro delle Giudicarie (24 maggio 2019 - incontro con la Giunta presso La Malghetta).
Il progressivo invecchiamento della popolazione costituisce una delle problematiche più delicate del nostro tempo e tenderà ad accentuarsi nei prossimi anni.
Quali politiche per gli anziani intende intraprendere il governo provinciale per fare fronte a tale criticità?
RISPOSTA a cura del Dipartimento delle politiche sociali e dell' Assessorato alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia.
Questa Giunta, come indicato nelle Linee Guida per il Programma di Sviluppo Provinciale, approvate lo scorso 17 maggio, ha tra le sue priorità il miglioramento dello stato di salute e benessere delle persone anziane, attraverso la messa in atto di strategie che favoriscano la qualità di vita dell’anziano e della sua famiglia. Questo significa potenziare l’ascolto, l’informazione, l’orientamento, lo sviluppo di nuovi servizi innovativi, il rafforzamento dell’assistenza domiciliare, il sostegno abitativo, la promozione di forme di coabitazione tra anziani valorizzando anche i rapporti intergenerazionali.
Nell'ottobre del 2017 è stata approvata la legge di riforma del welfare anziani che prevede l’adozione di modelli organizzativi territoriali, incardinati presso le Comunità, che assicureranno anche la presa in carico integrata e multidisciplinare.
In questi mesi la sollecitazione che è pervenuta dai territori, e che stiamo valutando, è quella di rivedere in parte il modello organizzativo per lasciare alle comunità maggiore spazio di autonomia organizzativa e gestionale.
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