Programma di sviluppo provinciale: approvate dalla Giunta le Linee Guida per la XVI legislatura
Nella seduta di venerdì la Giunta provinciale ha approvato le Linee Guida a partire dalle quali verrà realizzato il Programma di Sviluppo Provinciale, che sarà adottato entro la fine di giugno.
Si apre ora la fase della raccolta delle proposte, che possono essere inoltrate per via telematica da soggetti pubblici e privati entro il 19 giugno. La Giunta si farà inoltre parte attiva- anche attraverso altri momenti di confronto come quelli offerti dagli Stati generali della montagna - per favorire il coinvolgimento dei principali portatori di interessi.
Le linee guida servono a anzitutto ad orientare l'azione di governo, ma individuano già le aree strategiche (sono sette) e concrete piste di lavoro. Qualche esempio? La conoscenza quale fattore rilevante della crescita culturale, sociale ed economica del Trentino; la capacità di trasferire in ambito produttivo i risultati delle politiche di ricerca e sviluppo; l’aumento dei livelli di occupazione e del lavoro di qualità; il perseguimento di livelli sempre più elevati di salute e di benessere per tutta la popolazione, bilanciando gli interventi e l’uso delle risorse fra centro e periferia; l’aumento della natalità; la cura dell’ambiente e del paesaggio quali elementi distintivi del territorio; la sicurezza in tutte le sue declinazioni; un Trentino interconnesso al suo interno e con l’esterno; l’attenzione alla nostra Autonomia, con istituzioni pubbliche capaci di creare valore per i territori e con i territori.
Gli orientamenti generali, tradottisi anche in indicazioni di metodo, sono sintetizzabili in tre criteri-guida.
Il primo riguarda la necessità di far fronte alle trasformazioni – politico-istituzionali, economiche, sociali, ambientali – che investono lo scenario globale, così come il Trentino. Questo impone una decisa ripresa di protagonismo da parte dei diversi attori territoriali, privati e pubblici, e uno sforzo eccezionale per rendere il Trentino sempre più efficiente, qualificato e orientato ai bisogni.
Per fare ciò, ed è il secondo criterio guida, è necessario tenere conto che la società, in particolare quella trentina, è sempre meno disposta a farsi governare dall’alto con azioni prescrittive, non discusse e non condivise. Lo sviluppo a cui vuole tendere il governo provinciale non è il risultato di un “comando” impartito dal vertice, bensì l’esito di un processo che alterna continuamente ascolto e proposta, creando dialogo, tessuto connettivo, reti.
Il terzo criterio guida è quello di un responsabile “stacco” rispetto ad una impostazione programmatica ancora troppo legata ad un Trentino che non c’è più, che grazie alle risorse abbondanti poteva permettersi di aprirsi al nuovo senza ridiscutere il vecchio, senza scegliere su quali priorità puntare. L’esigenza è quella di conciliare - non di contrapporre - gli interessi di oggi e quelli di domani, la tradizione e l’innovazione, la produttività e la solidarietà, la tutela e l’utilizzo delle risorse naturali. Reinvestire questo patrimonio collettivo significa puntare con decisione su un’Autonomia della responsabilità condivisa e attiva e non su un’Autonomia in cui prevalgano le logiche pubbliche e le rendite di posizione.
Date queste premesse, è più facilmente comprensibile il senso del motto “Governare responsabilizzando”, che potrebbe essere anche tradotto con: ognuno faccia – al meglio – ciò che è chiamato a fare, nell’interesse della comunità.
Le Linee Guida individuano quattro grandi vocazioni, che attraversano trasversalmente le aree strategiche nelle quali si articola il documento di programmazione, e che hanno una duplice valenza di punti di riferimento da cui muovere e di grandi orizzonti a cui tendere:
- territoriale (custodire e alimentare il territorio, che è al tempo stesso motore di sviluppo e bene inalienabile, nonché elemento fondante dello spirito di appartenenza trentino);
- generativa (accrescere il valore di tutte le componenti del Trentino, personali/individuali, sociali, economiche e territoriali);
- compositiva (ricomporre le fratture, creare reti, sinergie, connessioni ad ogni livello);
- facilitante (promuovere un più facile e produttivo rapporto tra le istituzioni e i cittadini).
La seconda parte delle Linee Guida è dedicata agli obiettivi di medio e lungo periodo e alle strategie da attuare per il raggiungimento degli obiettivi, organizzati in sette aree strategiche, che hanno l’ambizione di voler alimentare un confronto permanente tra tutti i protagonisti della vita collettiva: la politica, le istituzioni, le espressioni più rappresentative della cultura, della società, dell’economia, del territorio, della cittadinanza delle aree urbane e delle valli. L’ottica è “trasversale” e dialogante: ogni area intrattiene relazioni complesse con tutte le altre e concorre al raggiungimento degli obiettivi.
Vediamo in sintesi le aree strategiche contenute nel documento:
1. per un Trentino della conoscenza, della cultura, del senso di appartenenza e delle responsabilità ad ogni livello
La conoscenza è il fattore più rilevante della crescita culturale, sociale ed economica del Trentino. L’investimento in conoscenza – dalla scuola all’Università costituisce una scelta strategica irrinunciabile. Si lavorerà per una scuola quale presidio del territorio, per una formazione connessa con le imprese e i territori e per una università come attore strategico per lo sviluppo.
Analogo sostegno va assicurato alla cultura e allo sport, fattori determinanti per la qualità della vita, il benessere personale e collettivo. Investire in conoscenza e in cultura significa anche investire nei giovani, nelle nuove generazioni, e nel futuro del Trentino. In quest’ambito potrebbe trovare spazio l’accesso facilitato dei giovani al nostro patrimonio culturale, come pure la nascita di nuove imprese culturali.
2. per un Trentino che fa leva sulla ricerca e l'innovazione, che sa creare ricchezza, lavoro e crescita diffusa
È essenziale stimolare il trasferimento in ambito produttivo dei risultati delle politiche di ricerca e di sviluppo e favorire l’innovazione, non solo tecnologica, ma anche di mercato. Occorre, inoltre, sostenere gli investimenti, rafforzare il sistema finanziario a supporto delle aziende, incoraggiare le iniziative imprenditoriali, promuovere il processo di internazionalizzazione e favorire la cooperazione tra imprese. Alcune piste di lavoro riguardano progetti di ricerca lungo le direttrici rilevanti per lo sviluppo del Trentino, creare un contesto fiscale favorevole, favorire la patrimonializzazione delle imprese e la loro crescita dimensionale, nonché i progetti di filiera.
Infine occorre favorire le opportunità occupazionali - potenziamento dei servizi per il lavoro, formazione continua - con particolare attenzione ai soggetti più deboli, e riducendo il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato.
3. per un Trentino in salute, dotato di servizi di qualità, in grado di assicurare benessere per tutti e per tutte le età
Risulta importante perseguire livelli sempre più elevati di salute e di benessere per tutta la popolazione, preservando i livelli di eccellenza già raggiunti dalla sanità e dal sistema delle politiche sociali, bilanciando gli interventi e l’uso delle risorse fra centro e periferia. Centrale pertanto il modello di una unica rete ospedaliera capace di valorizzare gli ospedali di valle integrati dall’assistenza territoriale ma valorizzando al tempo stesso le eccellenze. Grande attenzione anche alla prevenzione, all’innovazione e alla ricerca. Sul sociale, accanto alle politiche per la natalità trovano spazio quelle per le persone anziane, soggetti fragili e portatori di disabilità.
4. per un Trentino dall’ambiente pregiato, attento alla biodiversità e vocato a preservare le risorse per le future generazioni
L’obiettivo è consegnare alle generazioni future un ambiente, un paesaggio, un bagaglio di biodiversità ricco e variegato.
Le politiche di sviluppo tengono conto degli obiettivi dell’Agenda 2030 e della Strategia Nazionale dello Sviluppo Sostenibile. Capitoli importanti sono quelli dedicati alla rigenerazione urbana, agli equilibri uomo-natura, alla qualità dell’aria e dell’acqua, alla gestione dei rifiuti. Ma anche partite come quelle connesse alle fonti di energia rinnovabile (concessioni) alla mobilità elettrica, all’efficientamento energetico e più in generale all’economia verde.
5. per un Trentino sicuro, affidabile, capace di prevenire e di reagire alle avversità
La sicurezza è un tema trasversale e richiede la creazione di politiche che coinvolgano istituzioni, famiglia, sanità, cittadinanza, lavoro, in grado di prevenire e mitigare rischi e minacce e promuovere integrazione, libertà, inclusione sociale. Il contesto riguarda la prevenzione e il contrasto del degrado urbano, come pure la sicurezza sui luoghi di lavoro. Ma questo concetto appartiene sempre più agli eventi atmosferici estremi, come quello dell’ottobre 2018 – anche connessi al cambiamento climatico in atto – e alle problematiche che richiedono ora interventi per il ripristino di strade e infrastrutture e la valorizzazione del legname caduto. Importante anche qui l’impegno a mantenere gli investimenti per la prevenzione ed il presidio del territorio.
6. per un Trentino di qualità, funzionale, interconnesso al suo interno e con l’esterno
Il tema delle connessioni investe una dimensione più ampia, europea, ma anche il rapporto fra le generazioni e l’esigenza di amministrare correttamente le risorse che il territorio offre. Tunnel del Brennero, Autostrada e Valdastico rientrano in questo asse strategico, come pure la messa in sicurezza e manutenzione delle infrastrutture (ponti, viadotti e gallerie), della rete viaria e degli edifici pubblici (con particolare attenzione agli edifici scolastici). Significa inoltre investire risorse nella diffusione della banda larga e delle reti infrastrutturali, per una mobilità alternativa più sostenibile, e nella produzione di energia da fonti rinnovabili.
7. per un Trentino Autonomo, con istituzioni pubbliche accessibili, qualificate e in grado di creare valore per i territori e con i territori
Dall’approvazione del Secondo Statuto del 1971, l’Autonomia trentina ha conosciuto un rafforzamento continuo delle competenze legislative e amministrative. La difficile situazione istituzionale e finanziaria, che si è creata in particolare a partire dal 2009, ha imposto una sua profonda revisione. Strategico pertanto il rafforzamento dell’autonomia finanziaria così come quello delle competenze statutarie.
Per consentire tutto questo occorre semplificare, riorganizzare i processi, agire sugli aspetti normativi, concepire l’innovazione come una revisione culturale che parte dall’interno.
Le Linee Guida del PSP sono scaricabili al seguente indirizzo clicca qui
Per inviare pareri e proposte: lineeguidaPSP@provincia.tn.it
(gp - mp)