Montagna, stati generali a marzo

Sono i territori la nostra priorità. Rivedremo le gestioni associate

Il governatore detta l'agenda del 2019: Le polemiche? Nessun problema. Io ascolto.
Maurizio Fugatti mantiene la barra dritta: «Il tema del rapporto tra centro e periferie rimane strategico. E continueremo a portarlo avanti». Chiuso il 2018 con un’emergenza maltempo da gestire, il presidente della Provincia apre il nuovo anno con un’agenda fitta di impegni: dalla variazione di bilancio alla convocazione degli stati generali della montagna (lanciati sul Corriere del Trentino a novembre), senza dimenticare l’attuazione delle misure «a favore della natalità» annunciate nei mesi scorsi. Con «un’attenzione ai territori che non è solo simbolica» e tenendo sotto controllo le partite che, in queste settimane, hanno fatto discutere. Come i tagli all’accoglienza per i migranti o la sospensione dei corsi di genere: «Le polemiche? Nessun problema. Il mondo di chi predica — dice secco Fugatti — lo leggiamo sui giornali. Poi c’è il popolo».

Presidente Fugatti, si lascia alle spalle il 2018 e un inizio di mandato segnato in particolare dall’emergenza maltempo. Quali saranno le priorità della sua agenda del 2019?

«Questi sessanta giorni di attività della giunta provinciale, al netto della gestione dell’ondata di maltempo — una partita pesante, anche in termini finanziari — è stata caratterizzata da scelte precise, con un’impostazione di medio periodo. Penso in particolare all’attenzione che abbiamo posto fin da subito al nodo del rapporto tra centro e periferie: un impegno che porteremo avanti».

In che modo?

«Innanzitutto stiamo organizzando gli stati generali della montagna, che pensiamo di programmare tra marzo e aprile. Ci crediamo molto: non a caso, per la prima volta alla montagna è stata dedicata un’unità di missione strategica. Ricordo inoltre ciò che già è stato fatto: dalla riapertura del punto nascite di Cavalese all’attenzione che abbiamo posto, pur con fatica, alla questione delle guardie mediche. Se ne occuperà anche la variazione di bilancio che approderà in aula questo mese. Dall’inizio della legislatura inoltre la giunta si è riunita in diversi comuni del territorio. Lo continueremo a fare: venerdì (domani, ndr) saremo in val di Fassa. Una presenza non solo simbolica, questa: è la testimonianza della nostra attenzione al territorio. Sempre per quanto riguarda il rapporto centro-periferie, c’è poi il nodo delle gestioni associate».

Anche in questo caso una partita affrontata nella variazione di bilancio.

«Sì. Abbiamo deciso di sospendere l’obbligo di gestione associata per i Comuni. E di valutare quelle in corso. Si tratta di una decisione molto attesa dai territori. Ora vedremo cosa fare con quelle già attivate: ne discuteremo con il Consiglio delle autonomia e con le amministrazioni interessate».

Fin qui il rapporto tra centro e valli: quali sono le altre priorità per il nuovo anno?

«Al netto delle risorse necessarie per coprire i costi della ricostruzione, vogliamo puntare sugli investimenti pubblici. E vogliamo impegnarci con forza, con investimenti importanti, sulla promozione della natalità».

Come?

«Con gli interventi che abbiamo già annunciato. In primo luogo, la possibilità di garantire un assegno non solo una tantum alle famiglie dal secondo figlio in poi. Quindi gli interventi sulle rette degli asili nido, gli aiuti per le donne lavoratrici e gli incentivi nei concorsi per le donne con figli che lavorano nella pubblica amministrazione. Se si può fare? Sì, certo. Penso anche a misure per permettere ai giovani di uscire dalla famiglia d’origine per costruirne una propria. Magari degli incentivi legati all’affitto. L’idea è questa: se una persona non fa figli perché non vuole è un conto, ma se non li fa perché non ha soldi allora proviamo a intervenire».

Rimane aperto anche nodo A22.

«Con il governo il dialogo si sta riallacciando. E le dichiarazioni del ministro Toninelli sul Brennero sono positive. Ora aspettiamo i prossimi contatti con il Cipe».

Però nell’accordo tra Lega ed Svp la sede di BrennerCorridor è tornata a Bolzano.

«Personalmente aspetto di leggere il testo definitivo. Quella che è uscita è la versione della Svp, non quella della Lega. In ogni caso, sulla sede per me non cambia nulla».

Ha parlato di dialogo con il governo. Il centrosinistra accusa la Lega trentina di essere debole a Roma. Cosa risponde?

«Qualcosa devono pur dire. Ricordo che durante il governo Renzi il consiglio provinciale ha votato decine di ricorsi alla Corte costituzionale contro provvedimenti nazionali. Con il nuovo governo siamo a zero: questi sono i numeri. Dirò di più: su A22 le difficoltà si stanno risolvendo, sul nodo dei senatori Calderoli ha allontanato i timori, sulla partita dei 70 milioni di minor gettito l’accordo si farà. La mancata intesa, infatti, è stata con la ragioneria generale, non con il governo. Come si vede, i rapporti ci sono e funzionano. Io non sono una persona che sbandiera risultati, non siamo autoreferenziali per forza: i fatti parlano per noi».

E il rapporto con il sindaco di Trento?

«Istituzionalmente i rapporti sono ottimi. Chiaro che ci sono diversità di vedute su questioni politiche, come sull’accoglienza e sulla sicurezza. Ci sta. Ma mi pare che Andreatta non voglia fare le barricate».

Proprio sull’accoglienza si sono scatenate polemiche. Così come sui corsi per la diversità di genere. Preoccupato?

«Per niente. Anzi: più pagine vengono dedicate ad associazioni che si arrabbiano, a insegnanti che protestano, meglio è. Il mondo di chi predica lo leggiamo sui giornali. Ma fuori c’è un altro mondo. C’è il popolo».

Ultima domanda: tra cinque mesi ci saranno Europee e suppletive. Crede che la Lega replicherà i successi del 2018?

«Non faccio il presidente strafottente del 6 a 0 io. Decideranno gli elettori».

Torna all'inizio