Montagna, lo sviluppo possibile grazie a tecnologia e collegamenti veloci
La periferia in Trentino, come ha esordito nel suo saluto, il sindaco di Tenno, non è la periferia di Trento, bensì l’eccellenza del territorio. Partendo proprio dal concetto di eccellenza, il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento ha aperto i lavori, sottolineando come il Trentino sia un’eccellenza riconosciuta da altre Regioni: “L’idea degli Stati generali della montagna nasce proprio dalla volontà di pensare al futuro di questa terra. La montagna è sinonimo di bellezza ma anche di fragilità. In altre aree delle alpine, il territorio è stato abbandonato dalla politica perché l’interesse era rivolto soprattuto alla pianura e alla città”. In queste aree, secondo il vicepresidente, si assiste ad un progressivo spopolamento: “Questo non è il caso del Trentino, area alpina dove la politica ha investito e continuerà a farlo. La tempesta Vaia ci ha fatto riflettere. Il maltempo ha causato danni ingenti ma il bilancio poteva essere ancora peggiore se non avessimo gestito e programmato la tutela dell’ambiente”. La stessa tutela ha permesso di sviluppare il territorio e contribuire così a rendere il Trentino un’eccellenza nazionale. E sugli Stati generali della montagna, lo stesso ha assicurato: “Questa coalizione che, pur coesa attorno ad un programma che ci ha permesso di vincere le elezioni, intende governare con il contributo delle persone e della gente di montagna”
Economia e montagna
Entrando sui temi della serata, l’assessore provinciale allo sviluppo economico, ricerca e lavoro ha osservato come il Trentino presenti grandi risorse e grandi competenze legate al territorio: “Abbiamo individuato le difficoltà delle valli ad accogliere le attività economiche che sono fondamentali per radicare e far prosperare le popolazioni. L’Industria in valle è possibile e ne è l’esempio Fiemme, ma per attrarre attività economiche in periferia dobbiamo lavorare sulle criticità. Ad esempio, le vie di comunicazione (stradali ma anche digitali), i maggiori costi di trasporto e i tempi di spostamento che creano delle diseconomie”.
Una prima risposta può venire dallo sviluppo di tecnologie innovative e attività a maggiore valore aggiunto, in grado di generare qualità e creare maggiore volume. Da qui l’orientamento della giunta provincia di introdurre nuovi parametri nella contribuzione pubblica: “Il criterio nuovo sarà la ricaduta economica. L’ente pubblico sarà al fianco delle industrie che garantiranno ricaduta economica e sviluppo a livello locale”.
Grande attenzione viene riservata alla ricerca scientifica. Il 10 maggio si aprirà il Forum della ricerca, con la partecipazione di 15 specialisti di settore e l’obiettivo dichiarato di individuare gli ambiti più promettenti per il Trentino: “Abbiamo risorse importanti da investire nella ricerca ma abbiamo bisogno di dare una svolta più dinamica al settore e garantire il trasferimento tecnologico su industrie ed aziende locali”.
“In Trentino - ha concluso l’assessore - manca un’economia di distretto e quindi ci focalizzeremo sugli elementi distintivi dei territori, così da differenziare investimenti ed attività produttive”.
Istituzioni, territorio e Governance
L’assessore provinciale agli enti locali ha ripreso i temi del vicepresidente e, rivolgendosi agli amministratori e stakeholder in sala, ha detto: “Gli Stati generali della montagna sono una grande sfida per la governance. In questa fase di ascolto ci aspettiamo che dai territori arrivino delle istanze differenziate, determinate dalla specificità delle singole aree”. Secondo l’assessore, I due pilastri istituzionali fondamentali dell’Autonomia trentina - Comuni e Provincia autonoma - continueranno a svolgere il loro ruolo fondamentale ma con criteri e ruoli nuovi. Questi - ha aggiunto - saranno individuati anche grazie alle istanze che voi porterete all’attenzione dell’esecutivo”. Un esempio: i servizi di area vasta saranno regolati sulla base anche delle necessità e delle peculiarità differenziate dei diversi territori. “In Trentino - ha concluso - abbiamo territori territori con molti Comuni ed aree caratterizzate da vocazioni diverse. Il modello organizzativo migliore deve arrivare anche dai lavori degli Stati generali della montagna e dal vostro contributo”.
Il dibattito
L’incontro ha visto l’ultima parte dedicata alla discussione sui temi portati all’attenzione della giunta da parte degli stakeholder e degli amministratori. La viabilità dell’Alto Garda è stata la questione sollevata dal sindaco di Nago Torbole, il quale ha chiesto conferme sulle tempistiche di realizzazione di opere quali la circonvallazione di Torbole e la fattibilità di infrastrutturale nuove, quali la ferrovia. A lui hanno risposto l’assessore allo sviluppo economico e il vicepresidente, ribadendo l’intenzione dell’esecutivo di portare a compimento i collegamenti previsti, a partire dalla galleria tra Loppio e Riva. “La ferrovia - hanno aggiunto i rappresentanti della giunta - rimane un’idea la cui realizzazione dipende anche dalla contribuzione che arriveranno dalle concessioni autostradali e dalle opportunità delle nuove opere, ad esempio l’alta velocità del Brennero. Il Trentino ha bisogno di collegamenti veloci che permettano di proporre un’alternativa all’automobile e una migliore mobilità. Se ne avremo la possibilità, realizzeremo questo sogno”.
L’area ambientalista, rappresentata da Italia Nostra, è tornata a denunciare il consumo del territorio nel Basso Sarca: “Il territorio ci è dato in prestito e quindi dobbiamo restituirlo alle generazioni future”. Sul tema ha risposto il vicepresidente, secondo il quale è compito della politica garantire la vivibilità per chi vive in questi territori: “La tutela del territorio è una nostra priorità che passa anche attraverso l’impegno a garantire e recuperare l’esistente. Al contempo - ha aggiunto - esistono aree limitrofe con problematiche e prospettive del tutto diverse. Mi riferisco a Drena e alla Val di Cavedine, che da tempo richiedono iniziative a sostegno del territorio e una rete di servici in grado di rispondere alle esigenze di residenti ed aziende. Qui una realtà quale la Cooperazione svolge da sempre un ruolo importante perché opera con servizi e attività in un contesto dove il privato non investe”.
Il tema della riforma della Comunità di valle e dei servizi intercomunali è stato introdotto dal vicesindaco del Comune di Vallelaghi. La domanda ha permesso all’assessore provinciale agli enti locali di ritornare sul ruolo fondamentale dei Comuni: “Invito le amministrazioni della Valle dei Laghi a discutere e individuare le priorità, in tema di servizi e interventi. Da voi mi aspetto anche le indicazioni circa la migliore governance e un contributo fattivo a individuare modelli differenziati per i servizi, perché le vostre esigenze sono diverse da quelli di altre aree. La soluzione dobbiamo trovarla assieme, in maniera condivisa e partecipata”.