“Lavoro ed ambiente sono fattori vitali per lo sviluppo della montagna”
Gli Stati generali della montagna sono il progetto messo in campo dalla nuova giunta provinciale che intende, attraverso il metodo partecipativo, intercettare le esigenze delle persone e dei diversi territori, così da arrivare a ridefinire le linee guida di un nuovo governo della montagna e, più in generale, del Trentino.
In apertura di lavori, il presidente ha ricordato le ragioni che hanno portato agli Stati Generali della montagna (“Il grido di allarme e i segnali di malessere dei cittadini, in particolare di quelli che vivono nelle aree di montagna”) e la volontà di “canalizzare” le istanze dei territori sulle quattro macro tematiche: Governance; accessibilità ai servizi; sviluppo economico e coesione sociale; paesaggio, ambiente e territorio.
Professioni e montagna.
Aprendo il primo tema, l’assessore provinciale all’artigianato, commercio, turismo e sport, ha ribadito che “far parte del territorio significa viverlo e interagire con i suoi abitanti e le sue risorse”. La montagna, intesa come territorio dinamico, non può quindi prescindere dal lavoro e dalle professioni ad essa collegata. “Il nostro obiettivo - ha continuato - è di rafforzare le professioni integrate nel territorio, quali artigianato e commercio, investendo su formazione e innovazione, così da garantire competitività e contribuire alla crescita demografica ed economica della montagna”. Secondo l’esponente della giunta provinciale, gli Stati generali della montagna rappresentano una finestra sulla nuove professioni - ad esempio legate allo sport - e consentono di ragionare sul ruolo della tecnologia quale fattore di sviluppo delle professionalità.
“La scelta - ha aggiunto - di accorpare in un unico assessorato commercio, artigianato e turismo, ci consentirà di intervenire in maniera articolata e strutturale. Dei tre settori quello che richiede gli interventi più profondi è il commercio, che si deve confrontare con un mercato cambiato, basti pensare all’ecommerce, e con scelte strategiche quali il recupero dei centri storici. Oggi stiamo affrontando una grande sfida che richiede ad ognuno di noi la capacità e la volontà di rimettersi in gioco”.
Gestione delle risorse naturali.
“La tutela dell’acqua, così come la gestione delle risorse naturali e dell’ambiente - ha esordito l’assessore provinciale all’urbanistica, ambiente e cooperazione, introducendo il secondo tema della serata - sono temi strategici per lo sviluppo del Trentino. L’ambiente è sinonimo di sviluppo sostenibile perché il mantenimento nel tempo delle nostre bellezze naturali garantirà la creazione di nuove forme di imprenditorialità. Un governo provinciale attento deve guidare questa nuova fase con l’obiettivo di uniformare le ricadute sull’intero territorio provinciale”.
Lo spopolamento della montagna, in gran parte dell’arco alpino, è imputabile - secondo l’assessore - all’abbandono da parte della politica e del mondo economico dei territori periferici. “Questo non è avvenuto in Trentino Alto Adige, se non in alcuni aree circoscritte. Siamo consapevoli che investire lungo l’asta dell’Adige sia più facile che nelle valli di periferia, ma siamo altrettanto consapevoli che la risposta ai territori montani arrivi proprio dalla valorizzazione delle risorse ambientali”.
La discussione a Forte delle Benne.
Alla serata ha preso parte un pubblico, formato da amministratori ma anche di rappresentanti delle associazioni, che ha dato vita ad oltre due ore di discussione. I temi toccati sono stati molteplici.
Marino Simoni, commissario straordinario del Comune di Levico, ha posto l’accento sul rafforzamento del turismo termale, integrato in un sistema turistico capace di valorizzare la catena del Lagorai e della Vezzena. Questo ha permesso all’assessore al turismo di ricordare il lavoro di analisi e studio, già avviato, sui diversi ambiti turistici per la definizione di una strategia turistica in grado di diversificare l’offerta a seconda delle opportunità dei territori: “La Panarotta - ha detto a tal proposito - avrà un bacino di raccolta per l’innevamento programmato e potrà diventare una area di scuola per lo sci. Il territorio offre forti potenzialità, basti pensare alla val di Cembra per l’enogastronomia e le aree dell’Alta Valsugana e la valle di Mocheni per un turismo diverso e adatto per il turista alla ricerca di naturalità e tranquillità. La scorsa settimana - ha annunciato infine l’assessore - abbiamo aperto il bando per le Terme di Levico che intendiamo riqualificare”.
Sempre in tema ambientale si è parlato delle reti di riserva e dei risultati ottenuti in questi anni. L’assessore all’ambiente ha risposto in maniera positiva: “Il progetto ha tutto il nostro supporto e ci impegneremo per estendere la buona pratica delle reti di riserva ad altri territori provinciali. I vostri due pilastri, tutela ambientale e sviluppo sostenibile, sono i nostri”. Lo stesso assessore ha rassicurato circa il livello e la trasparenza dei controlli sulla qualità dell’aria in Bassa Valsugana e a Borgo.
Di viabilità, in particolare la provinciale 47, e di ferrovia hanno parlato Cristian Uez, sindaco di Calceranica e Giacomo Pasquazzo della Comunità della Valsugana e Tesino. Il presidente della Provincia ha confermato l’intenzione di arrivare all’elettrificazione della ferrovia Valsugana, mentre l’assessore all’urbanistica e ambiente ha garantito circa l’attenzione dell’attuale giunta sulla viabilità e le misure a tutela del lago di Caldonazzo.
Infine, Pierino Caresia presidente Comunità Alta Valsugana e Bersntol ha riproposto il tema della governance e della riforma delle Comunità di valle, già emerso in occasione del primo incontro della giunta a Coredo. “I Comuni - ha concluso il presidente della Provincia autonoma di Trento - devono tornare ad essere il presidio attivo dei territori e noi vogliamo dotarli degli strumenti migliori. Le amministrazioni lamentano oggi problemi di risorse e di personale, che limitano l’erogazione di servizi. In questo contesto discuteremo sul ruolo delle Comunità di Valle e delle funzioni sovra comunali. Con un punto fermo: ai Comuni va riconosciuta la centralità del progetto”.